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I dubbi del virologo Silvestri: “E se il Lockdwon fosse inutile”

wuhan

Sul proprio profilo Facebook il virologo Guido Silvestri si interroga sull’utilità del Lockdown per limitare la diffusione del Coronavirus.

“Qui ogni giorno scopriamo cose nuove, e non è saggio rimanere della stessa idea quando cambiano i dati a nostra disposizione.

Ma torniamo alla chiusura. Se il Presidente Conte o chi per lui mi avesse chiesto il 10 marzo 2020 un parere sul lockdown, avrei detto senza esitazione: “Sì, lo dobbiamo fare, qui e subito”. Perché in quel momento non avevamo altra scelta. Ora, due mesi dopo, sappiamo fortunatamente molte più cose sul virus e sulla malattia, ed è normale che, quando cambiano le informazioni a nostra disposizione, cambino anche le nostre opinioni. Senza andare nel dettaglio, alcuni dei fatti chiave che sono emersi in queste ultime settimane sono che:

1. La stagionalità sembra avere un ruolo molto importante nell’andamento della pandemia in specifiche aree geografiche.
2. L’immunità naturale potrebbe essere più facile da raggiungere a causa di cross-reattività dell’immunità cellulare con altri coronavirus.
3. Non sempre le chiusure “totali” hanno dato risultati migliori delle chiusure parziali o limitate (vedi New York vs. Florida).
4. I clusters più grandi di contagi avvengono in ambienti non protetti dalla chiusura (case di riposo, ospedali, famiglie, meet-packing industry, etc), mentre i contagi in altri ambienti sono rari.
5. I danni psicologici della chiusura prolungata sui bambini e adolescenti sono notevoli, ed i danni socio-economici (disoccupazione, caduta PIL) si confermano essere ingenti.
6. Alcuni modelli epidemiologici che hanno previsto grandi benefici dalla chiusura potrebbero essere basati su dati iniziali incompleti e/o contenere errori metodologici.
7. Stanno emergendo terapie in grado di limitare la morbidità e mortalità da COVID-19 (for future reference).

Ognuno di questi punti meriterebbe un saggio di dieci o venti pagine che naturalmente non ho il tempo di scrivere adesso.

Ma il punto è un altro. Il punto è che io non sono né pro-chiusura né contro-chiusura. Io sono solo pro-scienza, pro-evidenza, e pro-dati. Sono uno che si fa un mazzo così per studiare e comprendere la mole enorme di dati che emergono ogni giorno su COVID-19, e questo compito richiede, oltre a tanta competenza (non ce lo scordiamo, signori virologi della domenica!), anche una notevole apertura mentale ed onestà intellettuale.

Soprattutto, cari amici, mettetevi bene in testa che il prof. Silvestri non ha “horses in the race” nel parlare di COVID-19, se non la speranza/desiderio che tutti noi possiamo presto metterci questa brutta parentesi dietro le spalle. Non ho bisogno di fare carriera (ne ho fatta fin troppa, credetemi), di avere visibilità (che detesto), guadagno più di quanto mi sarei mai aspettato ed ho già rinunciato a ruoli politici anche molto importanti proprio per mantenere la mia libertà.

Quello che faccio è combattere per sconfiggere COVID-19, a livello sia di ricerca scientifica che di medicina clinica, perché la ritengo la cosa giusta da fare, e lo faccio con la stessa passione ed intensità con cui da 30 anni combatto HIV e AIDS. Il tutto nello spirito di aumentare la conoscenza e ridurre le sofferenze de nostri simili. Inoltre, cerco di divulgare le conoscenza della scienza a persone non del mestiere che vedo stanche, ansiose ed impaurite.

Faccio tutto questo con grande convinzione, perché credo fermamente nella mia missione, con enorme ottimismo, perché ho una fiducia straordinaria nell’efficacia della scienza, e con l’energia che viene dal credere nella sostanziale positività della stragrande maggioranza delle persone, compresi gli oltre 50.000 che seguono questa pagina.

Grazie ancora a tutti!”

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