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I grandi ammutinamenti della storia del calcio

Ancelotti Ciaschini

Gli ammutinamenti nel calcio sono rari, ma non così tanto come si potrebbe immaginare. Andiamo a vederne alcuni tra i più famosi e clamorosi.

 

 

I giocatori del Napoli hanno deciso di disertare il ritiro imposto da Aurelio De Laurentiis e, dopo la partita di Champions League contro il Salisburgo, sono tornati a casa, rimandando indietro vuoto il pullman che li avrebbe portati a Castel Volturno. Un ammutinamento a cui la società ha risposto con un comunicato e che sicuramente farà molto discutere nei prossimi giorni.

Ma il caso del Napoli, sebbene unico, non è raro come si possa immaginare. Diverse volte nella storia del calcio è capitato di assistere a delle ribellioni stile Bounty, da parte di calciatori verso il proprio allenatore, verso i dirigenti oppure di allenatori verso la propria società. Ed è una casistica che, sebbene sembri più “adatta” ad un contesto societario, di club, non ha risparmiato invece squadre Nazionali.

Proprio a Napoli è indimenticabile un ammutinamento che è costato uno scudetto. Nel 1988 un Garella in ciabatte ed accappatoio, ad una giornata dal termine del campionato (poi perso in favore del Milan), legge il famoso “comunicato di liberazione” da Ottavio Bianchi, manifestando la presa di distanze del gruppo azzurro dall’allenatore. E’ il primo caso conosciuto di ammutinamento di una squadra contro un allenatore, rigettato pubblicamente.

Ma più simile, per le dinamiche che coinvolgono il ritiro, sembra essere l’episodio dell’esonero di Zdenek Zeman dalla panchina del Pescara nel 2018. Dopo una sconfitta contro il Cittadella, il presidente Sebastiani ordinò una riunione tecnica la mattina successiva per staff e giocatori, costretti così ad ignorare il giorno di riposo. Zeman si rifiutò, non salendo sul pullman e tornando con mezzi propri a Roma. Sebastiani esonerò il boemo portandolo poi in tribunale per insubordinazione. Altra similitudine, il fatto che i giocatori del Napoli abbiano (a quanto si dice) già contattato i propri legali.

Ma in Serie A, anche negli ultimi anni, si è spesso assistito a squadre palesemente schierate contro il proprio allenatore. Recenti gli episodi che hanno coinvolto Pioli e Ballardini. Il primo, delegittimato ai tempi dell’Inter da una serie di risultati disastrosi che hanno acceso la rivolta dello spogliatoio. Il secondo, vittima di un ammutinamento quando sedeva sulla panchina del Palermo, scatenatasi dopo una lite clamorosa con il capitano Sorrentino. Entrambe le rivolte sono ovviamente terminate con l’esonero dell’allenatore.

Ancora più clamorosi sembrano essere però gli esempi che riguardano le Nazionali.

Già nel 1924 si registra probabilmente il primo ammutinamento della storia del calcio. La grande Ungheria nel 1924, subisce una sconfitta a sorpresa contro l’Egitto, causata da una presa di posizione dei giocatori ungheresi nei confronti dei dirigenti federali.

Più recenti e più clamorosi invece i casi di Argentina, Francia e Italia.

Nel 2010 la Francia partecipa ai mondiali in Sud Africa. Una lite tra Domenech ed Anelka porta l’allenatore a cacciare l’attaccante e la squadra rifiuta di allenarsi. Una serie di liti e di dichiarazioni, fino ad un comunicato stampa contro la Federazione con i giocatori che criticano pubblicamente Domenech e la sua incapacità a guidare il gruppo e la squadra. Un mondiale finito in modo disastroso, con la Francia ultima nel girone con Sud Africa, Messico ed Uruguay.

Stessa storia, più o meno, nel 2018 con l’Argentina di Sampaoli. Il mondiale in Russia inizia malissimo per l’albiceleste, con un pareggio ed una sconfitta. A quel punto, con il rischio di uscire al primo turno, la squadra scarica il tecnico e decide per una “autogestione” che li porta in ogni caso non oltre gli ottavi di finale.

Un mondiale, quello del 2018, a cui l’Italia non partecipa nemmeno. Ventura, difatti, dopo un crollo contro la Spagna, perde il controllo della squadra, al punto che i giocatori organizzano una riunione di spogliatoio a cui il tecnico non è invitato. Nel doppio confronto con la Svezia si palesa in modo plateale la distanza tra giocatori e allenatore, con le urla di De Rossi che invita, caldamente, l’allenatore ad inserire Insigne negli ultimi minuti per cercare di ribaltare il risultato. Non entrerà. L’Italia non si qualificherà per i mondiali. Ventura saluterà la Nazionale.

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