Rassegna Stampa

Idea mascherine trasparenti per riaprire gli stadi

Secondo quanto riportato da Repubblica oggi in edicola la Lega di Serie A e la FIGC stanno lavorando per aprire gli stadi di calcio almeno al 20% della capienza totale.

Ogni domenica senza pubblico è un colpo al cuore e al portafogli.

Dal Comitato tecnico scientifico non è arrivata ieri l’autorizzazione a riaprire gli impianti. Il presidente Gravina non si aspettava concessioni: «Con il premier Conte abbiamo condiviso la priorità alla scuola. Se le cose andranno
bene, la riapertura degli stadi credo possa essere naturale».

La Figc pensa a riaccogliere il pubblico in maniera graduale. Fin qui, il governo ha bocciato la possibilità di aprire anche solo a mille spettatori, come aveva chiesto la Juventus alla regione Piemonte e come è successo per alcune amichevoli estive (il Napoli a Castel di Sangro, il Parma al Tardini) e in altri sport.

Le porte restano chiuse anche in Spagna e Inghilterra, mentre in Francia il governo ha dato il via libera a un numero massimo di cinquemila tifosi. E proprio ieri gli stati federali tedeschi hanno deciso di riaprire gli impianti fino al 20% della capienza.

La novità più rilevante è che i tifosi per tornare allo stadio dovranno indossare mascherine trasparenti in modo da garantire il riconoscimento facciale da parte delle autorità.

L’accesso all’impianto prevede cinque aree di posizionamento per scaglionare gli ingressi. Ogni spettatore dovrà avere uno spazio a disposizione di 2,25 metri quadri, in modo da garantire il metro di distanziamento in ogni
direzione.

Poco cambia per la rilevazione della temperatura corporea: nel caso superi i 37,5°, i lavoratori saranno
accompagnati in un locale di isolamento temporaneo, il tifoso dovrà ritornare a casa.

L’obiettivo è raggiungere il 20% della capienza.

Gravina ha anche chiesto di allentare il protocollo cui sono sottoposte le squadre: i giocatori hanno già fatto 28 tamponi, uno ogni quattro giorni. Dal Cts nessuna concessione, anche se il ministro Spadafora invierà una relazione
per diluire il numero dei test, mal tollerati dai calciatori.

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