Editoriale

Il ministro e il calcio come il professore che non sopporta l’alunno ma il vero motivo della ripartenza rimandata è un altro

Il ministro e il calcio come il professore che non sopporta l’alunno ma il vero motivo della ripartenza rimandata è un altro.

 

È come quando a scuola incontravi un insegnante a cui stavi antipatico. Questione di pelle o di umani pregiudizi, succede anche se non dovrebbe. Tu lo sapevi, lui lo sapeva ma non lo avrebbe mai ammesso, anzi ai colloqui con i genitori si rammaricava per gli scarsi risultati, addossando su di te( ovviamente) la responsabilità.

Si potrebbe sintetizzare così il rapporto tra il Ministro Spadafora e il calcio. È palese ( dichiarazioni di circostanza a parte) che al responsabile dello Sport il calcio non piaccia. I motivi possono essere diversi ma non rilevanti, quello che conta è l’atteggiamento.

“Meritarsi tutto con i comportamenti giusti” In una frase, scappata o voluta la sintesi di un pensiero. La concessione di qualcosa che va meritato( magari per espiare antiche colpe) se faranno i bravi.

A proposito di colpe, è un attimo arrivare alla responsabilità che resta il nodo di tutta l’intricata faccenda. Responsabilità maledetta responsabilità che blocca la ripresa del calcio al di là delle chiacchiere.

Dal 4 maggio un nuotatore può allenarsi ma un calciatore non può farlo in modo individuale in un centro sportivo, detta così è da ridere. Infatti il problema non è stare da soli ma che per il 4 maggio sarebbe dovuto già essere operativo il famigerato protocollo e invece non si sa neanche quando sarà pronto.

Il protocollo avrà una firma in calce che ne ufficializzerà la validità( Prima responsabilità) Poi toccherà alle società e a seguire ai medici sociali( e/o medici del lavoro) l’applicazione del protocollo( Successive responsabilità).

Il punto è che tutti vorrebbero essere esentati in un modo o nell’altro da eventuali rischi per cause di risarcimento qualora andasse qualcosa storto. Difficile una norma ad hoc, più probabile un’ interpretazione estensiva di quella depenalizzante creata per gli operatori sanitari Covid19.

Un medico è un medico e può dover gestire pazienti covid o a rischio covid, anche fuori da un ospedale. Al di sopra di tutto c’è però un assunto che dovrebbe essere ben chiaro a tutti: In medicina il rischio 0 non esiste mai, figurarsi quando affronti una malattia nuova.

La medicina non è una scienza esatta ed è concettualmente impossibile ricercare la soluzione perfetta, esistono solo le migliori. Partendo da questa consapevolezza tutto trova la via più adeguata e verosimile. Sempre che non si incappi in un professore a cui stai antipatico che non ti fa fare l’interrogazione in tempo per recuperare.

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