Editoriale

Il modello Napoli è l’unica via di uscita ma il calcio italiano è l’unico a non capirlo

Oggi, qualche club europeo sarà contento perché incasserà soldi imprevisti, domani molti club cominceranno a preoccuparsi, dopodomani tutti i club, europei e non, saranno consapevoli che non c’è più niente da fare.

Il calcio è come un inceneritore che per funzionare ha bisogno di essere continuamente alimentato da enormi quantità di denaro.
Per adesso i club inglesi sono, relativamente, tranquilli perché hanno proprietà con grande liquidità e hanno creato un sistema che si autoalimenta ma in futuro potranno avere le stesse difficoltà della povera SerieA a reggere l’urto dello tsunami arabo.
Se i calciatori decideranno che, l’unico motivo per il quale fanno questo lavoro, è arricchirsi a dismisura, non ci sarà speranza e il mondo del calcio che conta si trasferirà in medio oriente.
Hanno troppi soldi, non c’è gara se l’unità di misura sarà solo quella.
In Italia il calcio è fermo da vent’anni, ci si è adagiati sul nulla pensando che nulla cambiasse ma il mondo correva da un’altra parte.
Ora il rumore sordo che anticipa il terremoto arabo è sempre più potente.
Per motivi che vanno oltre il calcio, l’Arabia Saudita ha deciso di investire una quantità di denaro che non si può contare.
Vogliono comprarsi tutto ed è impossibile impedirglielo senza un programma congiunto.
Nel frattempo, la SerieA barcolla e perde pezzi, si dimena cercando di sopravvivere attaccata alla bombola dell’ossigeno dei diritti televisivi ma la pressione è sempre più bassa.
Poi c’è il Napoli che ha anticipato gli eventi. perché la proprietà fa impresa ed ha capito che la strada da percorrere era quella della sostenibilità in un mondo farlocco e pieno di parti inutili.
Alla buona gestione va, poi, aggiunto un plus che deriva da l’appeal del marchio Napoli.
Il club ha una simbiosi con la città che rappresenta un catalizzatore molto potente per l’immagine della società.
I fattori attrattivi di un club, sono i trofei, i calciatori che infiammano i tifosi e l’ambiente all’interno del quale opera.
Il Napoli, ha vinto lo scudetto che la città ha trasformato in un’ impresa epica e che verrà tramandata per generazioni.
Annovera tra i suoi protagonisti Osimhen e Kvaratskhelia, due dei calciatori più trendy del panorama mondiale.
Napoli, in questo momento, è una delle mete turistiche più ambite a livello planetario e un fenomeno sociologico unico che tutti vogliono approfondire.
Le immagini delle feste, spontanee ed istituzionali che hanno celebrato lo scudetto, hanno fatto il giro della terra, andata e ritorno.
Un’ operazione di marketing su scala totale che avrà una ricaduta poderosa sulla società di De Laurentiis.
Se il sistema calcio italiano fosse, solo, moderatamente reattivo ne avrebbe intuito l’opportunità e proverebbe a sfruttarla nel proprio interesse.
Invece sembrano gli unici a non aver capito niente, presi come sono nel difendere il proprio il misero, arido orticello che da tempo non da più frutti ma solo roba marcia.

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