Editoriale

Il Napoli è malato gli specialisti dovranno curarlo ma anche chi gli vuole bene deve prendersene cura

gattuso

Il Napoli è in una situazione estremamente complicata e questo lo vedono tutti.

Dovranno ovviamente risolverla, o provare a farlo, gli addetti ai lavori ma tutto l’ambiente (almeno quello interessato al bene della squadra) può dare una mano, ognuno secondo le proprie possibilità.

Fatto salvo il diritto di critica che tutti hanno e il rispetto delle idee altrui, oggi bisogna partire dal presupposto che i calciatori vivono un enorme disagio psicologico.

La squadra è confusa e spaventata, ci vuole tempo e pazienza per sistemare le cose.

Non diventiamo blasfemi, era evidente che Gattuso in soli tre giorni non potesse fare il miracolo, queste faccende sono riservate ad Altri.

La partita giocata contro il Parma era lasciata alla forza dei nervi e alla capacità di reazione di un gruppo che, oggi, ha bisogno di ritrovare certezze.

Eppure anche sabato sono stati gli episodi, sfortunati, e gli errori individuali a determinare il risultato. L’errore di Koulibaly e il suo infortunio, i gol mancati, lo scivolone di Zielinski e una partenza molle che si è trascinata per tutto il primo tempo.

Il Napoli è malato, inutile stare qui a fare l’elenco di quelli più o meno gravi.

L’unico che sta bene è Milik, paradossalmente, quello che di guai fisici ne ha avuti e anche parecchi.
Forse la quarantena a cui lo ha costretto il problema pubalgico ne ha impedito il contagio, di fatto quando è in campo in un modo o nell’altro la butta dentro.

Gattuso dovrà lavorare sodo e i calciatori dovranno scrollarsi da dosso dubbi, preoccupazioni e paure.
Sanno giocare al calcio, sono forti, dovranno ritornare a credere in se stessi ma per farlo servono i risultati e anche qualche episodio fortunato.

L’ultima dell’anno si gioca fuori casa ma al rientro ci sarà l’Inter.

Sarebbe auspicabile, per il bene della squadra, che il San Paolo tornasse ad essere uno stadio che fa la differenza.
Senza il tifo delle curve l’atmosfera è surreale e non aiuta.

Nel rispetto dei ruoli e delle regole fondamentali, sarebbe opportuna un’ opera di mediazione tra le parti per trovare un giusto compromesso.

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