Rassegna Stampa

Il Premier Conte: “E’ il momento dei sacrifici, queste sono le settimane più rischiose”

premier conte

Il Premier Conte fa il punto sul coronavirus in Italia in un’intervista che è possibile leggere in versione integrale sul “Corriere della Sera” oggi in edicola e della quale vi proponiamo un estratto.

 “È il momento dei sacrifici, delle scelte responsabili. Stiamo affrontando un’emergenza mai conosciuta dal Dopoguerra a oggi. La stragrande maggioranza degli italiani è consapevole che le regole servono a proteggere i nostri cari.

Se continueremo a rimanere a casa evitando contatti a rischio, saremo più efficaci nel contenere il virus. Gli scienziati ci dicono che non abbiamo ancora raggiunto il picco, queste sono le settimane più rischiose e ci vuole la massima precauzione. Non possiamo abbassare la guardia. È la sfida più importante degli ultimi decenni, per vincerla serve il contributo responsabile di 60 milioni di italiani.

L’organizzazione della sanità è in mano alle Regioni. Non potendo, né volendo stravolgere il nostro assetto costituzionale, dobbiamo collaborare tutti insieme per rendere la risposta del sistema sanitario quanto più efficiente possibile. 

Dobbiamo attendere qualche settimana per verificare i risultati delle nostre decisioni, ispirate alle indicazioni del comitato tecnico-scientifico. Per il resto non servono nuovi divieti, ora è importante rispettare scrupolosamente quelli che ci sono.

Le attività motorie sono consentite, ma andare a correre tutti insieme è vietato. Bene hanno fatto i sindaci a chiudere i parchi e bene fanno i vigili a contrastare gli assembramenti. Questo purtroppo vale anche per le chiese. So che sto chiedendo tanto. Ma dobbiamo predisporci ad affrontare il picco del contagio ed è bene restare tutti a casa.

Anche gli scienziati più qualificati hanno difficoltà a fare previsioni troppo specifiche. Il nostro obiettivo è contenere o quantomeno rallentare la velocità di diffusione del virus, in modo da avere la possibilità di gestire l’emergenza in un tempo più dilatato, distribuendo una reazione efficace su tutto il territorio nazionale. Certamente non possiamo più permetterci errori comportamentali. Vanno assolutamente evitati gli spostamenti di chi, ad esempio, nei weekend lascia Milano per raggiungere la famiglia o la propria residenza al Sud.

I servizi essenziali vanno garantiti. Se i supermercati, le farmacie, gli ospedali continuano a essere riforniti è perché alle spalle c’è una filiera industriale che lavora, con grande senso di responsabilità, affinché il Paese non si fermi. L’Italia ha potenzialità inesplorate, si è mossa con coraggio e altri Paesi, come Spagna e Francia, stanno seguendo il nostro modello.

Il mondo delle imprese è chiamato a una sfida molto dura. Molti hanno chiuso e chi è aperto deve garantire ai lavoratori un adeguato livello di protezione. Questo decreto non sarà sufficiente. I danni saranno seri e diffusi, occorrerà varare un vero e proprio piano di “ricostruzione”. La Guardia di finanza interverrà duramente contro i comportamenti speculativi di chi impone prezzi fuori mercato, o lucra condizioni di vantaggio nelle produzioni dei beni di prima necessità. Dopo il coronavirus nulla sarà più come prima. Dovremo sederci e riformulare le regole del commercio e del libero mercato.

Stiamo rispondendo con un pacchetto di norme che consentiranno alla nostra economia di sostenere i costi imposti dall’emergenza. Siamo pronti, se sarà necessario, a intervenire di nuovo per il rilancio del Paese. Faremo il possibile affinché, anche nella stesura della legge di bilancio, l’Italia possa tornare a correre grazie agli investimenti, al taglio delle tasse, alla semplificazione e all’innovazione. Aiuteremo l’Italia a rialzarsi e sono convinto che ce la faremo.

È necessario un coordinamento europeo delle misure di ordine sanitario ed economico. È il momento delle scelte coraggiose e l’Italia può offrire un contributo significativo, come Paese che per primo in Europa ha conosciuto una così ampia diffusione del virus.

Da giorni ormai rispettiamo la distanza di un metro, svolgiamo le riunioni in videoconferenza e prediligiamo quanto più possibile lo smart working.

Mi chiamano tanti capi di Stato e di governo, che ammirano il nostro coraggio nell’adottare misure così restrittive e la dignitosa compostezza dei cittadini nel rispettarle”. 

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