Rassegna Stampa

Il progetto basato sul crowd computing: “Dona la potenza del tuo computer e troveremo la cura”

Il portale web di Repubblica parla del progetto che vedrebbe coinvolti la Stanford University, l’Ibm, l’Imperial College e Vodafone.

Unire le capacità di calcolo di centinaia di migliaia di pc sparsi per il mondo così da individuare o testare virtualmente le possibili molecole in grado di annientare il Coronavirus.

Basta scaricare il programma, installarlo, e quello in automatico sfrutta le risorse della macchina quando non la stiamo usando.

L’aiuto chiesto a chiunque abbia un pc: giocatori di videogame, cercatori di bitcoin, imprenditori, semplici cittadini.

Finora ci sarebbero state oltre 400mila adesioni con una potenza di calcolo che va crescendo e che sembra abbia già superato la velocità dei primi 500 super computer messi assieme.

Così  La Jolla, sud della California, Stefano Forli, del Dipartimento di Biologia Integrativa Strutturale e Computazionale di Scripps Research: “I calcoli che un super computer da solo porterebbe a termine in settimane o mesi, con una rete sufficientemente ampia in crowd computing vengono svolti nel giro di 24 ore”.

In pratica si creerebbero centinaia di molecole che potrebbero tornare utili per produrre un farmaco contro il Coronavirus. Non parliamo quindi di vaccini, ma di medicinali per curare il virus.

Dopo una fase virtuale si passerebbe poi ad una fase reale sperimentale con prove di laboratorio che, ovviamente, non porterebbe a soluzioni nel giro di pochi giorni.

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