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Inglese: “Il Napoli ha tanti campioni, all’inizio mi sentivo fuori luogo. In futuro potrei tornare”

Inglese

Roberto Inglese, attaccante del Parma (in prestito dal Napoli), ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di DAZN.

 

“Ognuno sta dove merita. Io ho dimostrato il mio valore in tutte le categorie e sono felice di questo perché, venendo dal basso, ho capito cosa sono riuscito a conquistare. La gavetta ti aiuta, sempre. Mi è servita anche nella vita e quello che sono adesso lo sono diventato grazie al sacrificio e al lavoro. 

Parma? Ho portato qualcosa in più alla squadra ma solo perché avevo già fatto tre campionati con obiettivo salvezza in Serie A. Prima dei gol, per me conta sempre la prestazione. Da quella dipende tutto. Ho sempre segnato in tanti modi. Ho guardato parecchio come muovermi all’interno dell’area di rigore. So proteggere palla da tempo, ma mi mancavano i numeri e i gol. Sono cresciuto col tempo. Ora questo percorso non dico sia terminato, ma quasi. Ovviamente c’è sempre tempo per migliorare. 

Quanto valgo? Non lo so, dovreste chiederlo al Napoli. In estate mi sono confrontato con campioni che all’inizio ti facevano girare la testa. I ritmi erano diversi, così come la tecnica. Mi sentivo un po’ fuori luogo ma poi mi hanno fatto sentire uno di loro. La scelta di andar via è stata presa insieme. Ho 27 anni, non sono più un ragazzino, ho voglia di giocare e di dimostrare. In futuro, se son rose fioriranno. Aspetterò la mia occasione e magari tornerò a Napoli. 

Nazionale? Ci tengo tanto. Ho fatto una convocazione, una panchina, indossare quella maglia credo sia uno degli ultimi obiettivi che mi voglio porre.

Gol di testa sul primo palo? Se il tempo è giusto e stacchi prima di tutti, gli altri non possono farci niente. La mia ex squadra ha messo due giocatori per marcarmi. Spero di fare altri gol così.

Colleziono magliette? Sì, le ho scambiate con quasi tutti gli attaccanti. Il primo anno con Higuain e il secondo con Dzeko: queste sono le mie due preferite. 

Idoli? E’ sbagliato avere un solo modello. In Serie A ci sono tanti elementi validi. Mi piace come si muove Immobile che attacca la profondità ma in area di rigore il riferimento è Icardi. Milik l’ho sempre visto dalla tv, allenandomi con lui ho capito che è molto forte. Inglese non è ai suoi livelli, ma lavorando non si sa mai…”. 

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