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La Juve “scoraggia”, ma passo indietro del Napoli: i “perchè” e gli scenari futuri

Fuga bianconera di fatto incontrastata, le inseguitrici non tengono il passo. 

Quattro ko – tutti in trasferta – ma zero strascichi. Quando perde, la Juve impara sempre qualcosa. E si rialza subito, più forte e completa di prima. Non perde certezze, anzi coltiva nuove risorse. “Eravamo diventati conservatori”, ha recentemente ammesso Allegri, lesto a correggere l’involuzione in progresso. Quello tattico, ad esempio: dentro tutti i migliori, contemporaneamente, e pazienza se salta qualche equilibrio.

Le ultime due vittorie in campionato sono significative da quel punto di vista. Pratiche archiviate nei primi 15′ e gestione del risultato senza sbavature: atteggiamento frutto di una grande forza mentale e segnali “scoraggianti” per gli avversari. Che vedono ancor più faticosa la propria rincorsa, con l’aggravante per Roma e Napoli di non essere impeccabili nei rispettivi cammini.

I giallorossi inciampano spesso in trasferte ostiche, non ultima quella di Genova con la Samp. Gli azzurri, invece, hanno sciupato troppo contro formazioni più che abbordabili: le ultime due della classe rosicchiano un punto a testa, con Lazio e Sassuolo si dilapidano quattro punti che gridano ancora vendetta. Incidenti di percorsi, li chiamano. Scivoloni – se preferite – inopinati per chi è lì pronto a spiccare il volto, alla ricerca di una mentalità nascosta chissà dove.

Fuori i secondi, allora. Perchè se da un lato le speranze di insidiare la Juventus sono una velleità, dall’altro c’è ancora una qualificazione alla prossima Champions League da conquistare. E magari direttamente, bypassando gli odiati preliminari. Sarà probabilmente volata a tre per il secondo posto, con Roma e Napoli leggermente davanti all’Inter, che ultimamente ha scalato diverse posizioni. Dietro, la Lazio s’è staccata, il Milan è quasi scomparso, mentre le meraviglie dell’Atalanta non sembrano reggere ad altissima quota.

Certamente, gli scontri diretti tra tutte quante daranno molte indicazioni. Non tutte, però, saranno esaustive. Nell’ultimo turno, infatti, qualcuno dato già per spacciato o senza stimoli ha suonato la sveglia al campionato: squilli d’orgoglio, voglia di dare un senso alla stagione senza l’ansia di centrare per forza un obiettivo, urla battagliere di chi ancora non s’accontenta. Ragion per cui, potremmo non doverci più aspettare quei lunghi ‘filotti’ di vittorie da parte delle big sulle medio-piccole.

Scenari, sensazioni, proiezioni all’alba di un mese – febbraio -, che riaccenderà i riflettori anche sulle competizioni europee. Distrazione “Real” per il Napoli, nell’andata degli ottavi di Champions; un ‘sottamarino giallo’ – Villarreal – per la Roma, nel “doppio” sedicesimo di finale in Europa League. Una spagnola per parte, per segnare i confini delle ambizioni extra-nazionali di entrambe. Con la Serie A – variabile impazzita – sullo sfondo, pronta a rifiorire in primavera.

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