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La scheda. Rudi Garcia dagli Scudetti sfiorati con la Roma all’esonero in Arabia

Era tra i candidati a sostituire Spalletti sulla panchina del Napoli e alla fine De Laurentiis ha scelto lui: Rudi Garcia.

Nato in Francia a Nemours il 20 febbraio 1964, ma di origini ispaniche, Garcia ha giocato da centrocampista prima di intraprendere la carriera di allenatore sulla panchina del Saint-Etienne, uno dei principali e più titolati club di Francia.

Da allenatore ha guidato in Francia, oltre il Saint-Etienne, anche Lille, Marsiglia, Lione, Digione e Le Mans.

Gli unici successi da allenatore sono datti 2011 con la vittoria del campionato francese e della Coppa di Francia alla guida del Lille.

Lontano dalla Francia un esperienza positiva sulla panchina della Roma con 2 secondi posti (2014 e 2015), poi l’esperienza poco fortunata in Arabia Saudita alla guida dell’Al-Nassr di Cristiano Ronaldo terminata con un clamoroso esonero.

Il 4-2-3-1 e il 4-3-3 sono i suoi cavalli di battaglia.

Il 4-3-3 è il suo preferito e si trasforma in 4-1-4-1 in fase di non possesso e 2-1-4-3 in fase di impostazione.

Possesso palla efficace per arrivare con la massima concretezza in zona gol. Garcia è per la la manovra impostata dal basso puntando molto sugli esterni bassi e affidando l’inizio della manovra a uno dei due centrali di difesa, senza però disdegnare il lancio lungo per la punta quando gli avversari portano il pressing alto e chiudono le linee di passaggio.

Quando ha allenato la Roma Garcia ha utilizzato i tre centrocampisti come h fatto Spalletti con il Napoli: Pjanic (Zielinski) e Nainggolan (Anguissa) qualche metro più avanti di De Rossi (Lobotka), con Nainggolan che si presta per aiutare l’impostazione della manovra dal basso e Pjanic ad attaccare gli spazi portandosi vicino alla punta per cercare il gol.

Uno dei punti di forza delle Roma di Garcia era la sovrapposizione degli esterni bassi con quelli alti.

In fase di non possesso il mediano si porta quasi a ridosso dei centrali di difesa, cosa che fanno anche gli esterni preferendo lasciare più spazi sui lati ma chiudendo agli avversari le vie centrali.

A Garcia un sincero in bocca al lupo dalla nostra redazione.

 

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