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L’approfondimento: Pompilio, dalla D a braccio destro di Giuntoli al Napoli

Un focus per conoscere meglio un prezioso collaboratore, new entry nella scorsa annata.

Avvocato e docente di Organizzazione e gestione dell’evento sportivo presso il corso di laurea in Scienze Motorie dell’Università di Urbino, Giuseppe Pompilio, calabrese di nascita, battezza l’esordio nel calcio proprio alle dipendenze di un club dell’Urbinate. Dal 2007, infatti, viene assunto come direttore generale dell’Alma Juventus Fano, che, complice un ripescaggio, nell’arco di tre anni riporta tra i professionisti. La promozione in verità si rivela specchietto delle allodole: in seguito alle difficoltà economiche della società, non trovando terreno fertile su cui rilanciare il progetto anche in Lega Pro Seconda Divisione, Pompilio decide di farsi da parte.

Solo momentaneamente, però. Perchè viene subito richiamato in pista nel 2011, accettando il nuovo incarico di direttore sportivo, qualifica peraltro appena ottenuta. Con un budget sicuramente più interessante, le stagione successive tornano a sorridere ai colori granata. Almeno fino al 2013, quando invece l’Alma non riesce ad evitare la retrocessione in Serie D. E’ evidentemente la fine del ciclo targato Pompilio, che già nel 2012 aveva rassegnato le proprie dimissioni. Poi respinte dal Presidente. O, se preferite, rimandate a fine campionato.

Ma Pompilio ha ancora voglia di affermarsi. E allora riparte da Carpi. La tappa della svolta, con addosso una veste del tutto rinnovata: è il responsabile dell’Area Scouting. Coi biancorossi trascorre le due stagioni in B, preludio allo storico e miracoloso raggiungimento della A. Insieme a Giuntoli ne è l’artefice, con campagne acquisti silenziose ma mirate. Dove il serbatoio ideale è spesso e volentieri la quarta serie. Un’isola felice ed umile, dove si pesca bene, e che trasforma il successo in trionfo. Quello delle idee, risorse inestimabili. E tante, molte di più dei milioni a disposizione.

Pane per i denti di De Laurentiis, insomma. Il target di staff perfetto per la sua politica: giovane, determinato e capace nello scovare i profili dei calciatori più sconosciuti e sottovalutati, ma al contempo giusti e funzionali. Con loro, nell’estate del 2015 il patron azzurro decide di fare piazza pulita della vecchia linea dirigenziale. Bigon ed i suoi fedelissimi osservatori – Micheli, Zunino e Mantovani – ne intuiscono le intenzioni e gli fanno persino un favore, togliendo il disturbo 12 mesi prima della naturale scadenza del contratto.

Spazio a Cristiano Giuntoli e dunque Giuseppe Pompilio. Tocca a loro ricostruire il Napoli, ovviamente in compartecipazione con il neo staff tecnico, capitanato da Maurizio Sarri: ingegneri di un nuovo modello virtuoso e magari vincente. Misterioso ai più, Pompilio non si è mai materializzato in pubblico; lavoro oscuro il suo, da dietro le quinte. “Braccio destro di Giuntoli”, è riconosciuto come vice direttore sportivo e caposcouting, figura centrale nella ricerca dei talenti di domani.

 

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