Rassegna Stampa

L’arbitro Maresca: “Ecco come cambia il fuorigioco”

maresca arbitro

L’arbitro napoletano Fabio Maresca su Il Mattino oggi in edicola ha parlato anche della nuova regola sul Fuorigioco che presto sarà introdotta nel calcio.

“In Campania c’è un buon gruppo che sta crescendo, che si muove bene tra i campi di serie C e serie D. C’è anche una rappresentanza interessante e di qualità di donne. Purtroppo le aggressioni fisiche agli arbitri sono in aumento sia a livello regionale che nazionale. Preoccupante anche il fenomeno della violenza morale e privata.

Lavoro dell’arbitro semplificato con la tecnologia? Non credo che semplificato sia il termine giusto. Io direi, diverso. Siamo gestori di cinque collaboratori, compresi quelli nella sala Var, abbiamo sempre la possibilità di correggere una decisione errata, è raro ormai che si possa inficiare con una nostra decisione il risultato finale di una partita. Poi, tutti noi tra andare al Var e sbagliare, preferiamo sempre andare al Var.

Spiegare al pubblico le nostre decisioni? Mi affascina e non poco questa cosa. E potrebbe darsi che succederà prima o poi. 

Fischiare meno falli unitamente all’abbreviare le riprese del gioco contribuisce ad assistere a uno spettacolo più gradevole. Se fosse per noi fischieremmo il meno possibile ma mica lo decido io quanto fischiare, lo decide la
partita. Comunque siamo allineati alle altre leghe per fischiati di media a partita.

Fuorigioco? Si sta sperimentando l’ipotesi che un giocatore possa essere considerato in gioco se una sola parte del corpo è in linea con il penultimo difensore. L’obiettivo è rendere le partite più spettacolari, con un numero maggiore di reti. 

Minuti di recupero? Il discorso recupero è legato al tempo effettivo: obiettivo comune di tutti è quello di abbreviare i momenti di ripresa del gioco e quindi non solo concedendo maxi-recuperi: questo si ottiene abbreviando i dialoghi con i calciatori, le situazioni di stallo.

Falli di mano? Non possiamo pretendere che i difensori giochino con le mani dietro la schiena. Ma sappiamo bene che i calciatori hanno grande capacità di controllare il proprio corpo: quello che talvolta appare come fortuito, tanto fortuito non è”. 

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