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L’incubo del Pipita

Per la seconda volta in pochi giorni l’argentino si troverà faccia a faccia con Napoli.

Diventare nemico pubblico numero uno, dopo essere stato, fino a poco tempo prima il re, è possibile: e il passo è molto più breve di quanto si possa pensare. Gonzalo Higuain ci è riuscito. E la partita di domenica sera ne è l’ulteriore conferma. Di certo facile non dev’essere stato. Non lo è mai quando incontri il tuo vecchio amore: figuriamoci, poi, quando lo hai tradito con il suo più acerrimo rivale. Quella di domenica non è stata una notte facile per Higuain. Eppure il suo arrivo al San Paolo era stato caratterizzato da tanti sorrisi. Ma poi le cose non sono andate per il verso giusto.

Il pubblico, quello che ha sedotto e poi abbandonato, quello con il quale fino allo scorso maggio cantava “Un giorno all’improvviso”, lo ha ricoperto di fischi, riversandogli addosso tutto l’odio (sportivo) accumulato in questi mesi. Un odio che si può provare per qualcuno che in precedenza si era tanto amato. E a Gonzalo i fischi non sono andati per niente giù. Ma, probabilmente, avrebbe dovuto aspettarseli: troppo grande, per i napoletani, l’affronto da parte dell’argentino, un “tradimento” imperdonabile, che quasi eclissa quanto di buono il “Pipita” ha fatto con la maglia azzurra.

Un incubo la serata di domenica per Gonzalo: vuoi per l’ostilità del pubblico una volta amico, vuoi per come si è messa la partita. Una Juve che ha preferito prima gestire il vantaggio e poi accontentarsi del pareggio non lo ha decisamente aiutato. Higuain era lì, solo, stretto nella morsa dei due mastini Albiol e Koulibaly. E con il San Paolo intero che, non appena toccava il pallone, era pronto a scaricargli addosso tutto il suo rancore.

Ferito nel profondo, Gonzalo. E l’ironia del destino ha voluto che stasera, a soli tre giorni di distanza, il tutto si ripeterà. Non si sa se l’argentino sarà in campo, non si sa se partirà dalla panchina. Ma le sensazioni, ovviamente, saranno le stesse. Per l’una e per l’altra parte. Per il Pipita non c’è alternativa: il suo cammino verso la gloria dovrà passare, nuovamente, per le forche caudine del San Paolo.

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