La cosa più difficile per un direttore sportivo che lavora per la società di una piazza tanto importante quanto esigente come Napoli, è costruire una squadra vincente senza avere i budget quasi miliardari dei top club europei.
Cristiano Giuntoli è riuscito in questa impresa.
Direttore sportivo del Napoli dalla stagione 2015-2016 ha bussato alla porta di De Laurentiis con il bigliettino da visita di quattro promozioni in cinque anni, dopo aver costruito la rosa del Carpi passato dalla Serie D alla Serie A.
Giuntoli è stato spesso l’obiettivo delle critiche e del malumore di una piazza desiderosa di tornare a vincere uno Scudetto. Qualche errore lo avrà senz’altro commesso ma spesso ha pagato per colpe non sue costretto a lavorare nel rispetto della gestione economica imposta dal club partenopeo.
L’estate scorsa durante il ritiro precampionato si è esposto in prima persona quando la Società è stata costretta ad abbattere il monte ingaggi con la cessione di tutti i big storici della squadra: Ospina, Koulibaly, Ghoulam, Mertens, Insigne, Fabiàn Ruiz.
Dopo queste cessioni illustri lo scetticismo sui possibili sostituiti era più che giustificato.
Ma non per lui.
Giuntoli ha lavorato in silenzio e ha messo a segno dei colpi di mercato geniali: Kim, Kvaratskhelia, Olivera, Ndombele, Simeone, Raspadori. Tanta qualità fisica, tecnica, morale e motivazionale a poco prezzo.
Colpi da affiancare alle altre trovate geniali degli anni precedenti che si identificano nei nomi soprattutto di Di Lorenzo, Osimhen, del dimenticato da tutti (ma non da big Cristiano) Anguissa, del rinato Lobotka, quest’ultimo in passato altro motivo di immeritate critiche per Giuntoli.
Lo Scudetto del Napoli è il giusto premio al suo complicato lavoro.
Nello Scudetto del Napoli ci sono tanti meriti di Cristiano Giuntoli, il DS capace di fare un grande calciomercato nel rispetto del fair play finanziario imposto dal club.
Sullo Scudetto del Napoli c’è anche la firma di big Cristiano.
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