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Maggio, Hamsik, Insigne: Mazzarri pronto a ritrovare tre suoi ex

Napoli-Torino vedrà il ritorno al San Paolo di Walter Mazzarri, allenatore al cui nome è legato il primo trofeo vinto nell’era post-Maradona ed il lancio di tre giocatori diventati bandiere della società azzurra.

 

 

A volte ritornano. Già. Walter Mazzarri, domenica pomeriggio, ore 15.00 (ma anche un po’ prima, retorica a parte) tornerà al San Paolo per la trasferta del suo Torino contro il Napoli. La Champions League, il primo trofeo in bacheca, il primo salto nel calcio che conta e la prospettiva di allenare un grande club. E’ indubbio che per Mazzarri tornare a Napoli avrà un sapore, se vogliamo, di casa.

Mazzarri arrivò a Napoli nella stagione 2009/10, sostituendo Roberto Donadoni. L’annata si chiuderà al 6° posto con la qualificazione in Europa League. Nelle stagioni successive il tecnico livornese entra nel cuore dei tifosi napoletani in modo definitivo e non solo per i risultati a fine stagione (rispettivamente, nei tre anni seguenti: 3°, 5° e 2° posto che vuol dire due qualificazioni in Champions League), ma anche per l’impresa di vincere la Coppa Italia (2011/12, infliggendo la prima sconfitta stagionale alla Juventus e riportando un trofeo a Napoli per la prima volta nell’era post-Maradona) e per la gioia di vivere per la prima volta (dopo la denominazione) la Champions League con la qualificazione, nella stessa stagione, agli ottavi di finale (persi contro il Chelsea). Ma soprattutto, il nome di Mazzarri sarà legato ad una squadra dal carattere forte, mai doma, che ha sempre esaurito la propria verve solo e soltanto oltre il 90° a volte con rimonte indimenticabili e vittorie all’ultimo respiro.

Ma il suo ultimo lascito, Walter, se lo ritroverà di fronte, sul campo, quando potrà riabbracciare tre dei suoi “titolarissimi”: Christian Maggio, Marek Hamsik e Lorenzo Insigne. Partendo da quest’ultimo, si deve probabilmente proprio a Mazzarri il rientro definitivo a casa base dopo tre anni di prestito tra Cavese, Foggia e Pescara. Lorenzo infatti, tornato a Napoli a 21 anni, sotto l’ala di Walter ha raccolto l’eredità di Lavezzi (volato a Parigi a suon di milioni) collezionando 43 presenze e 5 gol e preparando il terreno a Benitez e Sarri per l’esplosione definitiva di quello che, ad oggi, è probabilmente il talento più cristallino del calcio italiano. Maggio invece aveva già avuto Mazzarri nella stagione 2007/08 alla Sampdoria ed il binomio ha funzionato alla grande anche in azzurro. Maggio diventò per tutti “Superbike”, soprannome che ha accompagnato Maggio per gran parte della sua carriera partenopea con 13 gol in quattro stagioni (ed un assist per Cavani dopo una cavalcata in contropiede contro il Manchester City, perdonate il romanticismo).

Chiude la fila (ed era inevitabile), Marek Hamsik. Non è stato Mazzarri a scoprilo, certo, né a farlo diventare perno del centrocampo azzurro, per quello bisogna ringraziare Marino, Reja e Donadoni. Ma con Walter arriva probabilmente la consacrazione definitiva: Hamsik nella prima stagione di Mazzarri viene inserito come seconda punta assieme a Lavezzi, alle spalle della punta nel 3-4-2-1 e per la terza volta a fine stagione è il capocannoniere del Napoli con il suo record di gol in Serie A (12), segnando nella notte di Halloween la doppietta alla Juventus che ridarà al Napoli una vittoria (3-2) a Torino che mancava da 21 anni, l’UEFA lo inserisce tra i candidati della squadra dell’anno e per la prima volta vince il premio di giocatore slovacco dell’anno. Ma soprattutto, in Napoli-Fiorentina del 12 Marzo 2010, Marek indossa per la prima volta la fascia di capitano diventando, a 22 anni e 229 giorni, il più giovane capitano della storia del Napoli. Solo il primo di una serie di record che da quel momento in avanti si divertirà a superare.

Alla luce di tutto questo, onestamente, non sappiamo quanto sarebbe diverso il Napoli senza Walter Mazzarri all’interno della sua storia recente ed il tempo, tiranno, non darà giustamente mai la controprova. Ma di certo con le sue scelte e con la sua tenacia ha fortemente dato un imprinting alla squadra di cui hanno beneficiato i suoi successori. Quindi, per tutto questo, assieme ai suoi ex tre titolarissimi, siamo sicuri che ci sarà uno stadio intero pronto a dare il bentornato a Mazzarri tra le mura del San Paolo.

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