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Maledizione Maradona e i possibili rimedi

MALEDIZIONE MARADONA PER IL NAPOLI: LE CAUSE E I POSSIBILI RIMEDI

La gara pareggiata a sorpresa contro l’Union Berlino ha certificato quanto il Napoli sia ancora poco concreto e continuo nella sua stagione da Campione d’Italia in carica. La squadra azzurra infatti sembra fare molta fatica a trovare una serie di vittorie consecutive e, nell’impossibilità di costruire una streak convincente, pare aver smarrito alcune certezze tecniche e tattiche. Il pareggio contro i tedeschi non fa male per una questione puramente pratica in termini di qualificazione agli ottavi. Anzi, tramite le statistiche, le quote e i pronostici consultabili attraverso il bonus Sisal si può chiaramente apprezzare come il Napoli sia padrone del suo destino. Gli azzurri hanno infatti la possibilità di gestire 4 punti di vantaggio sullo Sporting Braga in 2 partite per qualificarsi come seconda forza del proprio gruppo.

Nonostante questo, l’1-1 maturato continua a confermare la crisi casalinga del Napoli in questa stagione. Una vera e propria maledizione del Diego Armando Maradona, mai come in quest’annata trasformatosi inconsapevolmente in un potenziale nemico più che in un certo e sicuro alleato.

La maledizione del Maradona: i numeri

In attesa della partita di campionato contro l’Empoli, al momento il Napoli ha giocato 7 partite nell’impianto di Fuorigrotta, sfidando Sassuolo, Lazio, Udinese, Fiorentina e Milan in campionato, mentre in Champions League le squadre affrontate sono state Real Madrid e Union Berlino. Ebbene, gli azzurri hanno vinto soltanto 2 gare, quelle contro i neroverdi (2-0) e i friulani (4-1). Sono 2 anche i pareggi, peraltro consecutivi (il 2-2 contro i rossoneri e l’1-1 contro i tedeschi) mentre sono addirittura 3 le sconfitte, ovvero l’1-2 contro i biancocelesti, il 2-3 contro gli spagnoli e l’1-3 contro i toscani.

Un bottino totale quindi di 8 punti conquistati su 21 disponibili, con 13 gol segnati ma anche 12 subiti. Per dare l’idea della portata di questo momento negativo, basti pensare che in Champions League – come già ampiamente suggerito dai dati – il Napoli non abbia ancora vinto una partita casalinga in questa stagione. Un rendimento a tratti inspiegabile ma che, in realtà, potrebbe avere delle radici profonde al suo interno.

Le cause del rendimento casalingo negativo del Napoli

Già durante la prima annata Spalletti, infatti, il Napoli perse alcuni punti molto pesanti proprio nelle partite casalinghe (su tutte, si ricordano le sconfitte contro Empoli, Spezia, Milan e Fiorentina che, di fatto, costarono lo Scudetto nella stagione 2021/2022). In generale, da quando il Napoli è diventata una big anche nel gioco, proponendo un calcio offensivo e moderno, sovente è incappato in qualche scivolone per via del fatto che le squadre usavano chiudersi e barricarsi per poi colpire in contropiede, come fatto per esempio proprio dall’Union Berlino.

A questo bisogna aggiungere anche un potenziale deficit caratteriale. Al di là della scorsa stagione, che rappresenta forse un’eccezione ma in cui comunque il Napoli ha commesso qualche passo falso al Maradona, per esempio le due partite contro il Milan o quella contro il Verona, quello del Napoli è parso spesso un gruppo molto forte ma senza dei leader veri e propri in campo, con il profilo caratteriale che quindi si scioglieva come neve al sole nei momenti decisivi. Se nell’annata dello Scudetto lo stesso Spalletti aveva deciso di ergersi in questo ruolo, con il nuovo allenatore sono emerse nuovamente le pecche delle annate precedenti.

In sostanza, quello del Napoli al Maradona è di certo un problema tattico (difficoltà contro squadre chiuse) ma anche psicologico, caratteriale e mentale nella prestazione, davanti a un pubblico caldo e pronto a sostenere la squadra ma anche esigente, specie dopo lo Scudetto. A Garcia (o chi per lui) il compito di invertire la tendenza il prima possibile.

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