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Mousa Dembelè, l’uomo invisibile del Tottenham che fa sognare Ancelotti

Carlo Ancelotti ha intenzione di rinforzare il Napoli attraverso una massiccia campagna acquisti ed uno dei nomi indicati dal nuovo allenatore azzurro è quello di Mousa Dembelè, centrocampista del Tottenham.

 

 

 

Nato vicino ad Anversa il 16 luglio 1987, di origini maliane, comincia la sua carriera da professionista a 16 anni nel Germinal Beerschot, che all’epoca militava in massima serie belga. Nel 2005, viene acquistato dal Willem II, squadra olandese in cui rimane per un’unica stagione, prima di trasferirsi all’AZ Alkmaar. Nel quadriennio trascorso con le “teste di formaggio” (soprannome dell’Alkmaar), vince l’Eredivisie nel 2009 e la Supercoppa nella stagione successiva, fornendo ottime prestazioni e segnando, in totale, 33 gol, che gli valgono la chiamata del Fulham.

Trascorre due stagioni a Craven Cottage, prima di trasferirsi in un altro quartiere di Londra, quello di Tottenham. L’importanza assunta nel biennio con i “Cottagers” è riassunta nelle dichiarazioni del tecnico Martin Jol, che in seguito alla sua cessione spiegò di aver appena perso il miglior giocatore palla al piede che avesse mai visto e che, di conseguenza, avrebbe dovuto ridisegnare la squadra, dandole un’identità totalmente nuova.

Dichiarazioni simili a quelle del suo attuale allenatore, Mauricio Pochettino, che in numerose interviste ha speso parole di elogio per lui: nel 2016, affermò che il Tottenham non esiste senza Dembelè, mentre, solo pochi mesi fa, disse che è uno dei pochi giocatori geniali che abbia mai incontrato; gli altri erano Maradona, Ronaldinho, Jay Jay Okocha e Ivan de la Peña. Le sue prestazioni sono eccellenti, eppure Dembelè non gode della stessa notorietà di quelli che sono unanimemente considerati i top player del Tottenham, ovvero Harry Kane, Dele Alli, Christian Eriksen e Toby Alderweireld.

È un centrocampista che segna pochissimo, raramente arriva al tiro, ma è dotato di una tecnica e di una visione di gioco fuori dal comune. Ma la dote che più sorprende è il suo essere un centrocampista universale. È uno dei migliori passatori in circolazione, uno che “pulisce i palloni”, una sorta di “lavatrice”, per usare la definizione adottata da Rudi Garcia per descrivere l’olandese Kevin Strootman, ed è sempre nel vivo del gioco: il suo compito principale, in fase di possesso, è quello di trasmettere palla ai trequartisti, cosa che gli riesce egregiamente. Ma è anche un ottimo dribblatore: in Premier League completa, in media, 8 dribbling su 10, con una percentuale vicina all’84%. Togliergli il pallone è pressoché impossibile, considerando anche il suo eccellente fisico. Dembelè gode di uno strapotere quasi imbarazzante, che si fa apprezzare anche in fase difensiva, nonostante spesso scivoli nell’irruenza.

Ha patito spesso problemi fisici, dovuti probabilmente allo sforzo di far muovere con una tale leggiadria un corpo così pesante, visto che si tratta, comunque, di un omone di 1,85 m per 87 kg, che in campo danza come un ballerino. Perfette, per descriverlo, le parole del suo compagno di squadra e di Nazionale (Dembelè è anche un pilastro del Belgio, con 74 presenze e 5 gol segnati) Jan Vertonghen: “Non credo che la gente si renda conto di quanto Mousa sia forte. È quasi impossibile descrivere a parole quanto sia incredibile. Puoi capirlo solo se ci giochi insieme o contro, lo vedi allenarsi per un paio di settimane e allora capisci. È un giocatore speciale e non credo ci sia nessuno che gli si avvicini. Per me, è tra i due o tre centrocampisti più forti del campionato“. Un calciatore che, silenziosamente, è divenuto il leader tecnico della squadra londinese.

Il suo agente ha rivelato che non rinnoverà il suo contratto con gli Spurs, che scadrà nell’estate del 2019. Potrebbe rivelarsi una ghiottissima occasione di mercato, in primis per il Napoli, visto che il neo allenatore Carlo Ancelotti è un suo grandissimo estimatore.

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