Editoriale

Napoli, da Insigne a Spalletti tira un’aria nuova

Insigne, non solo tiro a giro, gol memorabile, passaggi illuminanti e classe cristallina ma anima mediterranea della nazionale.
Certo non è l’unico napoletano ma è quello che più degli altri ha mantenuto identità e spirito, non fosse altro perché non è mai andato via dalla sua terra.

Ha portato ritmo, non solo in campo, allegria e spirito di gruppo. La colonna sonora dell’Italia la sta scegliendo Lorenzo Insigne che unisce i compagni di squadra e l’Italia pallonara, in campo e fuori.

La napoletanità conquista qualsiasi spazio quando ne ha la possibilità e questo, spesso, non è stato considerato come un’opportunità ma come una minaccia.

Oggi, in nazionale si respira un’aria nuova e ascoltare quei ragazzi, con i loro accenti nordici, cantare in lingua napoletana è una piacevole novità.

Il cammino dell’Italia sta entrando nella fase più delicata ma anche emozionante e, a prescindere da come finirà, questa dovrebbe essere ricordata come la squadra di calcio che ha unito un paese che non riesce mai a rinunciare alla sua verticalità.

Nelle stesse ore, in cui l’Italia inizia ad accarezzare seriamente il sogno, arriva a Napoli Luciano Spalletti.

L’aria di luglio in città è calda ma il gelo calato nella relazione tra tifosi da una parte e squadra e società dall’altra, è da circolo polare artico, prima del riscaldamento globale.

Il mister, però è uomo intelligente e sensibile, ha studiato l’ambiente e ne conosce gli umori, sa di essere arrivato in un momento complicato e che serve riallacciare il legame con la città ed i tifosi.

In questi lunghi mesi dell’era covid, la lontananza fisica si è sommata a quella emotiva. Non solo stadi vuoti ma il silenzio ossessionante e l’ultima maledetta partita, hanno lasciato una ferita profonda che non guarisce solo perché è arrivato il momento di voltare pagina.

I tifosi sono le vittime innocenti e bisogna impegnarsi per recuperarne la fiducia e riaccendere la passione, senza dare niente per scontato.

Spalletti lo ha capito e le sue prime parole sono state, giustamente rivolte ai napoletani.

“Sarò con te” lo ha detto a tutti e ad ognuno perché la condivisione e la partecipazione sono gli unici elementi irrinunciabili nel calcio.

A queste parole ne seguiranno altre e altre ancora, fino a che poi sarà solo il campo a parlare. Nel frattempo una piccola luce si è accesa negli sguardi sdegnati dei tifosi che guardavano indispettiti al mondo Napoli.

È stato un istante, come un riflesso catturato con la coda dell’occhio che attira l’attenzione ma è pur sempre un inizio che non va sprecato ma reso fruttuoso.

C’è un patrimonio enorme di risultati e credibilità acquisito in questi anni, di cui essere orgogliosi e che non va disperso, tenendo la barra diritta per andare tutti dalla stessa parte.

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