Tema centrale di questi giorni è la drammatica lista di infortuni che sta flagellando il Napoli.
Qui siamo nel campo dei dati certi anche se va precisato che non è certo l’unica squadra ad esserne vittima.
Il calcio è cambiato, si corre molto di più, l’impatto fisico è preponderante e le partite sono una dietro l’altra.
Quello che colpisce è, però, che la vittima designata sia sempre la stessa:
Bicipite femorale, con qualche pubalgia( prima Buongiorno, poi Spinazzola e Gilmour), l’anno scorso era il soleo.
Oltre i dati certi che sono determinati dal numero degli infortuni, ci sono poi le supposizioni e le valutazioni personali.
Qualcuno parla di squadra stressata per il troppo tempo impiegato ad allenarsi.
Vediamo una giornata tipo degli azzurri
Entro le ore 12:30 arrivo
Ore 13:00 pranzo obbligatorio
Ore 14:30 allenamento
Fine allenamento ore 16.30 circa
Doppie sedute a parte.
Quattro ore in cui è compreso il pranzo, non sembrano tante.
Piuttosto potrebbe essere la tipologia di lavoro attuato a determinare un eventuale sovraccarico anche se non va dimenticato come oggi i team dispongano di tutti gli strumenti adatti per controllare i calciatori.
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