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Napoli, Spalletti si presenta in conferenza: “Voglio Insigne al mio fianco in questa avventura. Puntiamo ad entrare nei cuori dei napoletani e nella storia di questa città”

inter spalletti

Luciano Spalletti è pronto a parlare in conferenza stampa, per la prima volta da quanto è stato ingaggiato come nuovo allenatore del Napoli.

 

Il neo-tecnico azzurro sarà presentato per la prima volta alla stampa e parlerà, dalle 14:45, direttamente dal centro sportivo di Castel Volturno, per dare ufficialmente il via alla nuova stagione del Napoli.

14.58 Sono arrivati il presidente Aurelio De Laurentiis e il direttore Cristiano Giuntoli.

14.59 Ecco l’ingresso in sala stampa di Luciano Spalletti, seguito da Nicola Lombardo e da Beppe Santoro, che torna ufficialmente nell’organigramma societario del Napoli.

Buongiorno a tutti, è un piacere ritrovarvi. Alcuni di voi già li conosco, altri imparerò a conoscerlo. Faccio io la prima domanda: chi è il più cattivo tra voi (ride, ndr). Lunedì ritrovo qui a Castel Volturno, resteremo qui un paio di giorni per test e visite, oltre ad eventuali tamponi. I 7 calciatori impegnati negli Europei andranno in vacanza e ci raggiungeranno a Castel di Sangro. Quelli eliminati prima, come Elmas, saranno a Dimaro.

Mertens? L’ho sentito il giorno prima e il giorno dopo l’intervento. Avrebbe piacere di passare a salutare tutti, ma è chiaro che gli sarà concesso qualche giorno in più. Il Napoli è una squadra forte, sono curioso di entrarci dentro il prima possibile, per vedere fino in fondo quanto ne è consapevole, perchè a volte essere forte, senza sapere di esserlo, non completa quello che deve essere il tuo comportamento. Da quando mi hanno detto che sarei stato l’allenatore del Napoli, non ho mai levato gli occhi di dosso. Una squadra che mi piace, che mi assomiglia, con la quale però bisogna saper avere a che fare.

Ho avuto la possibilità di stare un po’ a casa, in famiglia, a guardare le partite e vivere in campagna. La campagna aiuta, rende i piedi forti, cosa utile visto che il cammino è ancora molto lungo. Io sono sempre emozionato, è un lavoro che mi piace, mi crea sempre battiti forti al cuore, stare nello spogliatoio ed in campo. Qui sono stato contento dal primo momento, il Napoli è forte, la città è forte, completa il mio tour dell’anima: ho allenato a Roma, a San Pietroburgo, la città degli Zar, ho allenato a Milano, dove c’è la Madonnina, e ora allenerò a Napoli. Sono orgoglioso, anche perchè sarò nel campo in cui ha giocato Diego Armando Maradona, ed è la città di San Gennaro, la città in cui calcio e miracoli sono la stessa cosa.

Far tornare la passione ai tifosi? Abbiamo una sola possibilità, perchè il calcio giocato per essere credibile va accostato ai risultati. I tifosi del Napoli, ciò che gli dai, te lo rendono con gli interessi. Mi piace lo slogan ‘Sarò con te’, canzone di battaglia per tante partite, perchè è un grido di appartenenza che non dovrebbe mai mancare nelle squadre. Questa è una mano che ti tende la città, una mano che dovremmo stringere forte per provare ad arrivare lontano. In questa città sono quasi tutti tifosi del Napoli, e noi dobbiamo restituire questo amore con il comportamento e la disponibilità in campo. 

Insigne? Con lui ho parlato telefonicamente, gli ho fatto i complimenti dopo un gol in Nazionale e gli ho detto che mi piacerebbe averlo al mio fianco in questo percorso. Naturalmente, nel calcio ci sono altre questioni che analizzeremo con lui al suo ritorno. Per ora, si fanno i complimenti a lui, a Di Lorenzo, per lo spettacolare Europeo che stanno giocando. Insigne ha fatto vedere più volte il suo marchio di fabbrica, mentre Giovanni è un calciatore completo, forte fisicamente, presente, che si adatta a fare tutto con grande qualità. Si fanno i complimenti anche alla Nazionale e a Mancini, per la squadra che ha allestito, perchè somiglia più a una squadra che a una selezione di calciatori. 

Cosa chiede Spalletti a Spalletti? Io non ho bisogno di nulla, mi sveglio la mattina, ho la mia bistecca. Sono qui per il Napoli, per fare più risultati possibili per il Napoli. Questa città è piena di uomini che hanno lasciato il segno, Napoli ama chi per loro sono diventati eroi ed io e la mia squadra vogliamo essere ricordati da Napoli e dai napoletani. La serie su Totti? Sono felice di aver dato la possibilità di fare una fiction, ma Totti aveva comunque i contenuti per farla venire bellissima. Mi dispiace abbia ricevuto delle critiche, se me l’avessero detto prima un paio di scene ce le avevo. Ma ora voglio parlare del Napoli, poi ci sarà tempo per le cose meno importanti.

Per entrare in Champions dovremmo vedercela con squadre forti, ma quella sarà la mia ossessione. Napoli, ho letto più volte, e la città con più cittadini sparsi per il mondo, quindi a maggior ragione dovremo entrare in Champions. E’ venuto fuori che io terrei tutti quelli a disposizione e sarei contento così, ed era un tentativo anche per fare i complimenti a chi ha creato la squadra che è forte, poi sappiamo che per contratti in scadenza e per una moltitudine di cose, il prossimo Napoli sarà differente dai precedenti ma noi siamo qui per tentare di costruirne un altro altrettanto forte. Aggettivo per il mio Napoli? Dobbiamo mettere in campo un calcio che somigli alla città, di cui gli sportivi possano essere orgogliosi. Una squadra ‘sfacciata’ mi piacerebbe, di ‘scugnizzi’ che credano nel proprio talento e vadano a metterlo in pratica contro qualsiasi avversario. L’Europa League? Una competizione a cui tengo molto, come tengo molto anche alla Coppa Italia, al campionato, alle partite amichevoli e agli allenamenti, ognuno dei quali mette in premio al giorno, ma se tu ti alleni bene tutti i giorni, in partita avrai qualcosa in più. 

Quando il presidente mi ha contattato, ho dato la mia disponibilità, aggiungendo che avrei preferito partire dall’inizio della stagione, anche perchè secondo me Gattuso ha fatto un lavoro splendido, ed è una persona che conosco bene e so qual è il suo credo calcistico. È una persona passionale, che ci mette sentimento, e ho avuto modo di vedere che è un allenatore che sa fare il suo mestiere. Cosa sia successo con il Verona non lo so, ma per arrivare a quel risultato lì questi ragazzi ne hanno vinte di partite, hanno pedalato forte e fatto grandi cose nel girone di ritorno. 

Inter-Juve? Per me diventa difficile andare a sindacare su episodi, visto che ne ho ricevuti a favore, come ne ho ricevuti contro. Io ho molta fiducia nella classe arbitrale, con alcuni dei quali ho anche un rapporto molto amichevole. Sotto questo aspetto, mi dispiace ma non posso aiutarvi. Emerson? Non posso dirvi se l’ho sentito, ma potrebbe essere successo. Osimhen? Un calciatore che ha tutte le potenzialità per far bene con la nostra squadra, attacca la profondità, ha grandissime qualità quando ha spazio, sa fare gol, si danna per la squadra, è uno di quelli a cui interessa coprire gli spazi per non lasciarli agli altri. 

Che Napoli vedremo? È chiaro che non si possano fare sempre le stesse cose, ogni partita e diversa e bisogna essere bravi a saper fare tutto. Se vedi le big Liverpool, City, Real, ci sono momenti in cui pure loro si mettono davanti la linea a fare blocco difensivo, a volte per tattica per gli spazi a campo aperto. La nazionale ha saputo adattarsi ed è andata in finale, ma il passaggio fondamentale è che si faccia tutto come squadra, non disuniti e sbrindellati a giro, ma sempre in 30 metri, aggressivi e cattivi quando si va in pressione, correre per la squadra quando si deve difendere, la partita va riempita di cose, non una sola. Poi c’è il lavoro sporco, i contrasti, tutte quelle cose che aiutano i compagni a fare meno metri, a dare più fiato.

Modulo? 4-2-3-1 nella base, poi naturalmente nel calcio attuale le più brave hanno fatto vedere la qualità dei calciatori, quello conta, poi si modella col possesso, tutte ora occupano le piazzole sulla linea difensiva per minare la struttura difensiva. Le novità degli ultimi tempi vanno sullo spazio in trequarti, anche senza preoccuparsi della palla, perché lì l’alternarsi porta alla differenza, è una rumba di alternanza di posizioni per non dare riferimenti, mantenendo l’ampiezza, con la difesa a 3. In Italia siamo sempre stati attenti ad avere più uomini nella costruzione che avere calciatori in zona trequarti sopra la palla, a Coverciano parlano addirittura di costruttori ed invasori, l’Atalanta ci ha insegnato, ti manda tutta la gente subito lì, ma a noi dicevano quando perdi palla ho più uomini dietro che costruivano, ma loro hanno più uomini lì per riattaccarti e si fa meno metri. Ci si rende conto di potenziale e caratteristiche e poi si va.

Ritorno dei tifosi? Non c’è bisogno di dire che lo stadio Maradona pieno è differente da quelle partite dove si sentiva la palla. Se voglio mettere una frase topica come Mourinho a Roma? Non si possono fare paragoni con Mourinho, lo ha detto anche lui oggi e ha ragione. Sotto l’aspetto motivazionale è uno dei più bravi, le frasi le usano un po’ tutti, noi ne abbiamo già una sulla casacca di allenamento (Sarò con te e tu non devi mollare, ndr). Meret? Ha giocato poco perciò non l’ho citato, ma lui e Ospina sono due grandi portieri e siamo contenti di averli con noi. Ci sarà bisogno di gestire molte partite, lo stress della partita e quindi avremo bisogno di 20 giocatori forti più tre portieri, e avere due portieri di grande livello è un enorme vantaggio.

Tutte le volte che sono venuto a Napoli l’ho sempre trovata una città piena di iniziative, di movimento, una città emozionante. Non ci sono mai stato per lunghi periodi, una volta ho ricevuto un premio a Castel dell’Ovo, probabilmente non sono uno adatto a girare di continuo per via Toledo o Piazza Plebiscito, preferisco che in quelle strade ci sia la felicità dei napoletani. Manolas e Politano? Mi aspetto che diano il massimo sempre, che siano a disposizione per aiutare il compagno. Voglio dire una cosa sui contratti, che ci legano a una squadra per alcuni anni, ma i risultati che faremo potrebbero farci entrare nella storia del Napoli: è questa la differenza. Lozano e Insigne per attaccare la profondità? S’è dimenticato Zielinski, prima rispondevo su Osimhen, ma non è che gli altri non lo facciano, Insigne sa fare questo e quell’altro, dagli spazi stretti vede anche dove non guarda. Dipenderà anche dagli avversari, se loro stanno là non c’è lo spazio dietro, quindi bisognerà giocare sui piedi nello stretto, se loro vengono qui invece… ma le squadre contro di noi come guardiamo noi il video anche loro studiano e spazi ce ne daranno pochi dietro le spalle”. 

Promessa a me, ad ADL e ai tifosi? L’impegno. Io prometto che mi impegnerò al massimo e cercherò di fare impegnare tutti quelli che saranno con me. Con il presidente a primo impatto mi sono trovato bene, io preferisco sempre chi dice ciò che pensa, rispetto a chi pensa a cosa dire. Matrimonio lungo? Vi faccio rispondere da lui. Spero sia un matrimonio lunghissimo, per quanto mi riguarda ho i miei punti di vista e li farò presenti. 

Passaggio al 4-3-3? Quella è la più facile, si inverte vertice alto-basso e va da sè. Può essere anche 4-3-3, io ho detto 4-2-3-1 di base in funzione della palla agli avversari, quando ce l’abbiamo noi è una rotazione semplice, è un quadrato con i due mediani in verticale ed il mediano tra i centrali, Di Lorenzo spesso fa il terzo centrale più stretto ed alzano il terzino sinistro, l’importante è non tirare a campare. Lozano mi piace? Si, mi ha anche buttato fuori dalla Champions con l’Inter, perchè fu una delle sue accelerazioni a crearci problemi.

16.14 Termina la conferenza stampa.

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