The day after
Occhio che vede cuore che duole
Nelle orecchie di tutti risuonano ancora le parole di Conte nel post partita
ma a me sono rimasti negli occhi i 90 minuti di Bologna e prima quelli di Champions e ancora prima quelli contro il Como.
Mi interessa infinitamente di più il campo delle parole.
Una squadra incapace di tirare in porta, che arriva dietro sulle seconde palle, Hojlund più solo del Conte di Montecristo,
giro palla lento
e zero movimento senza.
Una squadra che non riempie l’area avversaria come potrà segnare?
L’assenza di De Bruyne pesa tanto, lui teneva il carro per la scesa.
Pesano altrettanto l’involuzione di’ McTominay e di Neres.
Nella scorsa stagione l’assenza prolungata del brasiliano sembrò una tragedia, oggi c’è o non c’è è uguale.
Pesano i fallimenti di Noa Lang( lo score dice 2 ammonizioni 0 gol) e di Lucca.
Pesano gli infortuni ma il problema più grave è l’incapacità di costruire gioco.
Poi ci sono le parole di Conte importanti, pesanti ma non sorprendenti.
Il mister non vuole fare la prefica dietro il morto e neanche il cardiochirurgo per trapiantare cuori.
Denuncia egoismi ma quali sarebbero questi calciatori che pensano al proprio orticello?
Meret infortunato, Savic fino a ieri un eroe para rigori.
Il capitano super sfruttato, Rrahmani e Buongiorno da poco rientrati da infortuni non sembrano lavativi.
Gutierrez è un neo acquisto ed ha sempre fatto il suo.
Spinazzola e Gilmour come De Bruyne e Lukaku sono out.
Politano ha sempre sputato l’anima.
Lobotka è appena rientrato.
Anguissa è l’ultimo che ha segnato.
McTominay non è al top ma non sembrerebbe un problema di voglia.
Elmas martedì ha avuto complimenti sperticati insieme a Gutierrez proprio da Conte.
Hojlund li ha avuti ieri.
Lucca? Neres? Lang? Beukema?
Non convincono ma giocano pochissimo.
Insomma sembra difficile trovare gli egoisti ma forse ci sfugge qualcosa.
Comunque sia conta poco,
è Conte che conta e dovrà fare i conti con la situazione risolvendola.
Perché i conti non tornano.
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