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Pariamm’ e sVARiamm’: Allegri e Mauro voci stonate nel ‘nuovo’ mondo del calcio

L’introduzione del VAR ha modificato la compilation musicale del Jukebox della Serie A.

Esce “E qui comando io” di Gigliola Cinquetti, entraEppure mi hai cambiato la vita” di Fabrizio Moro.

In effetti il VAR da una parte sembra abbattere quel ponte di comando che nasce dalla cosiddetta sudditanza psicologica, dall’altra sembra cambiare (in meglio) la vita del campionato italiano.

Le paure di Allegri e Massimo Mauro sulla durata delle partite e sulla possibilità che il VAR possa ridicolizzare il calcio, sono state smentite dai numeri delle prime sette giornate di campionato che testimoniano anche l’efficacia dell’innovazione tecnologica:

  • in 69 partite (Sampdoria-Roma non si è giocata) il VAR è intervenuto solo 29 volte, meno di mezza volta a partita;
  • il VAR ha corretto 21 decisioni errate prese dagli arbitri, ne ha confermate 4 e ne ha sbagliata 1 sola;
  • le partite dove è stato utilizzato il VAR hanno avuto una durata in media di solo 1,5 minuti in più rispetto alla durata media delle partite senza l’utilizzo del VAR;
  • l’introduzone del VAR impone ai calciatori anche una maggiore correttezza in campo; non a caso rispetto alle prime sette giornate dello scorso camionato i falli di gioco sono diminuiti da 260 a 203, le ammonizioni da 315 a 245, le espulsioni da 24 a 15.

Ovviamente non è tutto oro quel che luccica. Le critiche al VAR non sono arrivate per il suo utilizzo, ma per il mancato utilizzo per valutare i possibili rigori da assegnare alla Fiorentina nel match con l’Inter, alla Roma ancora contro l’Inter, al Cagliari nella gara con il Milan e gli episodi quanto meno dubbi in Fiorentina-Atalanta che avrebbero penalizzato i viola e il possibile rigore per un fallo su Higuain in Atalanta-Juventus.

Così come qualche perplessità ha destato la poca chiarezza delle immagini in occasione del gol in presunto fuorigioco assegnato al Verona contro il Torino e il colpo di spalla di Petagna giudicato da rigore sempre in Atalanta-Juventus.

Bisogna sottolineare che il VAR è ancora in fase di sperimentazione e quindi ha ancora margini di perfezionamento. Nel VAR ci credono tutte le componenti del mondo del calcio: dal Presidente FIGC Tavecchio al Presidente del CONI Malagò, dal Presidente dell’AIA Nicchi al designatore degli arbitri Rizzoli fino all’ex arbitro Rosetti responsabile del progetto VAR in Italia.

Soprattutto si fidano i tifosi e i giocatori in campo, con le classiche eccezioni che confermano la regola. Non a caso sono diminuite le proteste in campo e sugli spalti per le decisioni prese sugli episodi dubbi.

Quindi VAR promosso da tutti, anzi da quasi tutti. Qualche voce stonata nel coro c’è ancora, ma è ancora possibile intonarla. Basterebbe avere il coraggio di ricordare agli ‘stonati’ cosa prevede il protocollo di utilizzo del VAR e i dati statistici di queste prime sette giornate di campionato.

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