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Parlano gli arbitri: la moviola, la violenza e cosa non piace dei giornalisti

E’ successo in un confronto tra direttori di gara e giornalisti. Il portale web della Gazzetta dello Sport parla di un incontro-confronto tra arbitri e giornalisti organizzato al centro congressi di Roma dall’Ordine dei Giornalisti. 

L’incontro è stata anche l’occasione per conoscere il parere di alcuni direttori di gara sulle dinamiche del calcio italiano.

Marcello Nicchi, presidente dell’Associazione Italiana Arbitri: “Non sono maturi i tempi per le interviste a fine gara. Vedremo come sperimentare la moviola, ma il gioco deve restare fluido. Nell’ultimo anno 650 arbitri siano stati picchiati e in quasi tutti i casi gli aggressori fossero tesserati”.

Stefano Farina, designatore arbitri di serie B: Al lunedì leggevo in pagella: “6, non fa danni”. Ma che commento è? Io mi faccio il mazzo tutta la settimana e poi… Quanti hanno voglia di capire gli arbitri, di ascoltarli? Serve un ambiente sereno. Non la ricerca di un colpevole”.

Alfredo Trentalange, componente del settore tecnico degli arbitri: “L’arbitro è giudice in campo. E attraverso la giustizia si raggiunge la pace”. 

Gianluca Rocchi, l’arbitro che fischia più rigori rispetto agli altri colleghi: Il fallo di mano oggi è un problema grande. La volontarietà è quasi impossibile da stabilire”.

Paolo Valeri, arbitro: “Io in campo quando intuisco di aver sbagliato una moviola la vorrei. Poi ormai certe cose si sanno in diretta..”.

Luca Banti, arbitro, rivolgendosi ai giornalisti: “I vostri colleghi a bordo campo spesso danno informazioni sbagliate a chi sta in panca. Questo alza la tensione. Così non possiamo lavorare bene. Il telefono io lo tengo spento: dovrebbero farlo anche gli altri addetti…”.

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