Editoriale

Re Carlo, il normalizzatore a cui ha giurato fedeltà l’esercito del Comandante rivoluzionario

Ancelotti

Re Carlo il normalizzatore alla testa del suo esercito oggi da l’assalto al castello bianconero.

Si combatterà al tramonto nel momento del passaggio tra la luce del giorno e il buio tagliente della notte.

Ora di sfumature, sfumature che contano e fanno la differenza nel calcio serio.

Re Carlo è attento ai dettagli anche nella comunicazione: “Non sono qui a pettinare le bambole, questo è l’ambiente giusto per vincere per organizzazione, qualità della rosa e passione popolare”.
Se qualcuno avesse ancora dubbi si rassegni, Re Carlo non vuole essere ricordato come un traghettatore ma come un conquistatore.
Il normalizzatore post rivoluzionario, conquistatore.
Progetti ambiziosi che solo un sovrano illuminato può programmare.
Un’ arma sempre vincente nelle battaglie decisive è l’imprevedibilità.
Sorprendere il nemico,scompaginarne le fila, minarne le certezze.
“Nel calcio di oggi non si sorprende più nessuno, ormai tutti conoscono tutti”
Re Carlo getta acqua sul fuoco delle aspettative di chi si aspetta coup de theatre.
La forza verrà dall’equilibrio e dalla consapevolezza delle proprie qualità.
Questa partita vale tre punti, come ha ricordato Re Carlo ma è anche troppo presto per ritenerla decisiva in un senso o nell’altro.
Il generale Allegri prova a innervosire il nemico:”Per noi conta solo la partita, per loro anche la classifica”
Tempo sprecato il Re non cade in queste trappole e non fa scompaginare l’esercito per una banale provocazione.
Formazione decisa solo un piccolo dubbio.
I ragazzi stanno bene e il Re lo sa, al tramonto indosseranno l’armatura e sarà battaglia, senza pietà.
Il Comandante rivoluzionario non riuscì a conquistare il palazzo ma l’esercito è rimasto intatto ed ha giurato fedeltà a Re Carlo.

Bel calcio a tutti

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