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Sacchi: “Il Napoli non deve demoralizzarsi, ha incantato tutti, in Italia e in Europa, e sono convinto che proseguirà su questa strada“

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Nell’edizione odierna de ‘La Gazzetta dello Sport’  è intervenuto l’ex allenatore Arrigo Sacchi.

Partita per intenditori di calcio. Napoli e Lazio hanno fatto vedere che cosa dev’essere questo sport: due collettivi di intelligenze che si affrontano a viso aperto e cercano, secondo le loro possibilità, di prevalere sull’avversario. Finalmente nessun tatticismo, pochissime perdite di tempo. Avendo seguito la partita in televisione non ho potuto ammirare i movimenti dei giocatori, le trame dei passaggi, la disposizione delle squadre.

La vittoria della Lazio è meritata anche se bisogna subito sottolineare che il gol di Vecino è arrivato proprio nel momento migliore del Napoli: il calcio è bello anche perché è strano e imprevedibile. Subito ho avuto l’impressione di una partita difficile. Mi è venuta in mente la sfida del mio Milan contro il Nacional Medellin di Maturana per la Coppa Intercontinentale. Una gara bloccata, pressing di qua e pressing di là, raddoppi di marcatura puntuali, non c’erano spazi. La Lazio ha preso subito il pallino del gioco e mi è parso che stesse meglio rispetto al Napoli. Poi, però, la squadra di Spalletti è uscita e ha cominciato ad alzare il ritmo delle azioni. In ogni caso mi è parso di essere di fronte a due formazioni che avevano un gioco, che credevano in quello che stavano facendo, nelle loro idee, e avevano coraggio nel proporsi.

La Lazio ha mostrato un ottimo palleggio: era tutta in venticinque-trenta metri, così da poter portare subito il pressing e da non far ragionare gli avversari. I ragazzi di Sarri sono stati bravissimi a togliere spazio a Osimhen, a Kvara e, in mezzo al campo, a Lobotka che è il vero metronomo del Napoli. Osservando con attenzione ho avuto la conferma che Sarri e Spalletti sono due autentici maestri, e non due tattici. Loro insegnano calcio, non puntano soltanto sull’errore dell’avversario e sull’invenzione dei singoli. Danno un’identità precisa alle loro squadre, perché sono convinti che il gioco sia il miglior propellente per vincere e per dare fastidio all’avversario.

Mi sono piaciute le due mezzali della Lazio in uscita sui centrali del Napoli per evitare che giocassero in completa libertà. Milinkovic- Savic e Luis Alberto sono stati preziosissimi con questi movimenti, e bravissima è stata la linea difensiva che non si è mai abbassata troppo e non ha concesso spazio agli scatti in profondità di Osimhen. A un certo punto mi sono detto: questa è una partita di scacchi. Mossa da una parte e contromossa dall’altra. Nel modo di giocare del Napoli e della Lazio ho letto fierezza, coraggio, determinazione e, soprattutto, organizzazione. Tutti sapevano che cosa fare in qualunque momento.
Per la Lazio, considerando che la rosa è inferiore per numero e anche per qualità a quella del Napoli, questa è un’autentica impresa. Adesso la squadra di Sarri è seconda in classifica, in attesa delle altre partite della giornata. Mi piace sottolineare il fatto che queste due società si siano affidate a due allenatori che sono due maestri e che, anche grazie a questa scelta, abbiano i bilanci in ordine. Nel calcio che spende e spande dev’essere una lezione da seguire.

Spalletti e Sarri hanno trasmesso le loro idee e tutti i ragazzi si applicano con impegno. Guardate il lavoro che ha fatto Immobile: bravissimo nei rientri e nella protezione del pallone. Adesso il Napoli, nonostante la sconfitta (la prima in casa di questo campionato), non deve demoralizzarsi: capita, in una stagione, di trovare un avversario che si dimostra all’altezza. Semmai ora la squadra di Spalletti dovrà mostrare subito la sua capacità di reazione. Ha incantato tutti, in Italia e in Europa, e sono convinto che proseguirà su questa strada.

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