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Sarri, dalla B (di banca) alla Serie A. Le curiosità di “mister 33 schemi”

Maurizio Sarri sembrerebbe essere il nuovo allenatore del Napoli, ma ancora nulla è ufficiale. L’ex tecnico dell’Empoli è la rivelazione del campionato. Origini napoletane ma toscano d’adozione, il suo Empoli ha messo spesso in difficoltà le grandi squadre.

Come nasce il Sarri allenatore?
Il tecnico toscano è stato un ex calciatore dilettante per poi passare ad impiegato di banca. Face anche carriera, in direzione centrale e all’estero, occupandosi dell’area finanza e di grandi aziende. Un’attività che però sembrava stargli stretta, carte, carte e ancora carte. Allora decise di avere in mano delle carte ma quelle per allenare, dove poter annotare esercizi, allenamenti da fare. Si dimise dal suo lavoro e inizia così la sua avventura da tecnico.

Inizia la gavetta in provincia, nella sua terra d’adozione, arrivano anche i primi risultati positivi: allena diverse squadre e riesce a portarle in Eccellenza come Cavriglia e Antella. Tanta gavetta nel corso degli anni e riesce anche a vincere la Coppa Italia della Serie D. Riesce a portare il Sansovino dai dilettanti alla C2 e la Sangiovannese in C1.
Il tempo passa e i giornalisti iniziano a parlare di Sarri come un allenatore letale tanto da soprannominarlo “mister 33” poi passato a “mister 33 schemi”. Il nomignolo gli è stato dato perché, sul gioco da fermo, le sue squadre sono pericolose e qualcuno riuscì a contare proprio 33 schemi sui calci piazzati. Sul “mister 33 schemi” dichiarò: “Una leggenda nata alla Sansovino. In tre anni abbiamo fatto tanti schemi e un giocatore arrivò a contarne 33, ma al sabato provavamo i 3-4 per la gara”.
Nel 2005 esordì in Serie B sulla panchina del Pescara, l’anno successivo passò all’Arezzo prendendo il posto di Antonio Conte. Dal 2006 al 2012 tante altre panchine per poi approdare dal 2012 al 2015 all’Empoli.

Le curiosità su Sarri.
Appassionato d’informatica, sul lavoro, utilizza molto il computer. Lui stesso in un’intervista, a La Gazzetta dello Sport, dichiarò: “Mi sono fatto preparare programmi in cui tenere le schede dei giocatori, i test, i dati, le comparazioni. Studio l’evoluzione dei calciatori: scelgo quelli che mi possono interessare e curo i loro dati durante l’anno. Lavoro dalle 8 alle 22, tutti i giorni. Dell’esperienza in banca mi è rimasta la capacità di organizzare il tempo, la razionalità”.
Veste spesso di nero, per una questione scaramantica e su questo suo rito dichiarò: “Dicono che porti male? Macchél’unica cosa che m’interessa è portar male agli allenatori che devo affrontare.

Sarri non sarà l’allenatore internazionale ma è arrivato dov’è adesso con sacrificio e molta umiltà: mai giudicare il libro dalla copertina.

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