Serie A

Sassuolo, De Zerbi: “Napoli carico, Berardi è ancora in dubbio”

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Il tecnico del Sassuolo, Roberto De Zerbi, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia del posticipo di domani sera contro il Napoli.

 

Se abbiamo coraggio, se siamo attenti, facciamo partite buone. Spero di avere certezze anche alle 11 di domani sera perché vorrà dire che non abbiamo sbagliato niente. Incontriamo una squadra forte che non sta passando un periodo brillante ma arriveranno carichi. Noi dovremo esserlo ancora di più perché i valori sono diversi e dobbiamo essere più affamati di punti perché ci servono.

La scelta di partire dal basso pensiamo ci possa portare dei vantaggi. A volte si può essere più verticali, in quei frangenti dobbiamo migliorare nelle scelte, così come dobbiamo migliorare nella scelta dell’ultimo passaggio. Gattuso avrà preparato benissimo la partita, come ha sempre fatto, non li troveremo di sicuro impreparati. Hanno qualità altissima nei singoli. Noi dobbiamo fare una partita giusta, vera, senza alcuna distrazione.  Sappiamo che stiamo facendo bene, ma adesso quanto fatto fino a ieri non conta più.

Magnanelli, Djuricic e Berardi sono col punto di domanda. Qualcuno di loro mi ha dato disponibilità perché non vuole star fuori ma è in una situazione pericolosa. Non voglio rischiare niente perché in questo periodo, negli ultimi 6 mesi, siamo stati tartassati dagli infortuni e non ne siamo ancora venuti fuori. Ho una rosa importante e riesce a sopperire alle assenze di chiunque ma preferisco scegliere al completo e anche domani, la formazione la farò in base a quelli che reputo migliori negli undici, considerando che le partite si possono modificare in corso. Berardi? Non voglio rischiare nessuno, come non ho rischiato Pegolo a Torino con la Juve e con il Cagliari, Consigli con la Juve, Ferrari quando è rientrato prima del tempo. Gioca Muldur a destra al posto di Toljan, sta crescendo e diventerà un giocatore importante. Ha 20 anni e deve avere il tempo.

Nei primi mesi sono stato in difficoltà. Alleno da 7 anni, non parto mai con un sistema di gioco e non ho un sistema preferito e non ho un sistema che odio o non mi piace. Cerco di mettere i giocatori nelle posizioni migliori, mantenendo i principi. Poi mi sono accorto che l’ampiezza è uno dei parametri è una delle caratteristiche indispensabile per questa squadra. Il sistema aiuta per trovare le posizioni, una continuità di prestazioni ma con la Fiorentina nel secondo tempo giocavamo con il 4-2-3-1 e non abbiamo fatto bene. La svolta è stata quel secondo tempo, dove abbiamo meritato di perdere ma non per le occasioni, piuttosto per l’atteggiamento che abbiamo avuto, a differenza di quanto fatto con la Juve o con il Milan. Se lavori sulla mentalità e sull’identità ottieni risultati”.

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