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Schwoch: “Per me Napoli era una sfida, una sfida di un milione e mezzo di abitanti, perciò quando scendevo con quella maglia addosso nello stadio mi sentivo il giocatore più forte del mondo”

L’ex attaccante del Napoli Stefan Schwoch ha rilasciato una bella e lunga intervista ai microfoni di StarCasinò.sport.

Per me Napoli era una sfida, una sfida di un milione e mezzo di abitanti, perciò quando scendevo con quella maglia addosso nello stadio mi sentivo il giocatore più forte del mondo. Il primo giorno di Napoli è stato il 30 dicembre del 1999, arrivai da Venezia ed era un sabato, la città veniva da anni bui, il Napoli era in Serie B, si fa fatica solo a pronunciarlo. Lo riportammo a casa, perché la Serie A è dove deve stare il Napoli.

Sulla gara con la PistoiesePenso sia stato uno dei giorni più belli trascorsi a Napoli, tensione i giorni prima, tanta tensione il giorno della partita, però poi è esplosa in una gioia irrefrenabile. Quando c’è stata l’invasione di campo da parte dei tifosi del Napoli. C’è stato un passaggio di Asta, io l’ho controllata e di punta l’ho messa sul palo lungo per anticipare il portiere. Quella sera successe qualcosa che non mi sarei mai aspettato. Gente arrampicata sul pullman, gente che ci aspettava. Mi viene ancora la pelle d’oca adesso.

Non riesco a spiegarmi quando ogni tanto sul giornale leggo che un giocatore rifiuta questa piazza. Anche la partita che abbiamo fatto in casa col Brescia, vedere tutti i tifosi che portavano quel cartello in mano, è una foto che io tengo ancora a casa, appesa al muro, a me dà la pelle d’oca appena entrato in campo, non me l’aspettavo, non me l’avevano neanche detto.

Su MaradonaParliamo del dio del calcio. Quello che ha fatto Diego qui a Napoli penso che non lo possa ripetere più nessuno. E’ sempre stato dalla parte dei più deboli. Non si è mai venduto al potere. Io ho giocato contro di lui in una amichevole, non ci credevo, avrei potuto vedere dal vivo il giocatore più forte del mondo! Presi coraggio e gli chiesi una foto, lui disse subito di sì, senza nessun problema.

Mi ricordo che appena ho sentito il clic e mi sono allontanato, al fotografo gli dissi: ‘Non perdere questa foto sennò ti ammazzo!’ (ride, ndr). Ho il figlio Jacopo che è cresciuto qua, è nato il 25 novembre e il secondo mio figlio Tommaso è nato il 30 ottobre, perciò io ho un figlio che è nato il giorno che è nato Maradona e un altro figlio che è nato il giorno che purtroppo se ne è andato Diego. L’ultimo giorno a Napoli è stato anche inaspettato.

Sulla cessione al TorinoSono stato ceduto al Torino, è stato un giorno molto molto triste, perché ormai con la città avevo legato tantissimo e dopo tanti anni mi rendevo conto che ci poteva stare. All’epoca ho fatto veramente fatica a capire il perché, a capirne i motivi, perché davvero mi ero trovato benissimo e infatti appena posso ci torno sempre”.

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