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Sott’ E ‘Ngopp: La Tuta, la Cresta d’Oriente e il Cuore d’Oro

Napoli

Ecco i Flop e i Top della nostra redazione dopo la partita tra Napoli e Sampdoria

CONVINZIONI E RIMPIANTI: Le scorie della eliminazione dalla Coppa sembrano scorrere ancora nel sangue degli azzurri, morbidi e non troppo convinti contro la Samp fino al gol, che restituisce consapevolezza alla squadra ed al gioco. Il rammarico cresce ancora di più guardando le squadre che giocheranno le semifinali. Un’occasione persa ingiustificabile.

EGUAGLIATO: Eguagliato e basta il record di gol in Serie A per Fabio Quagliarella, che contro il Napoli poteva superare quello di Batistuta nella stagione 94-95. Un Koulibaly stratosferico e una fase difensiva ritrovata non permettono all’attaccante di Castellammare di andare oltre il mito. Buon per il Napoli anche se sul 3-0, probabilmente, un regalino a Fabio qualcuno lo avrebbe desiderato.

LA TUTA: La giacchetta blu di Ancelotti, troppo simile nel colore alle casacche doriane, viene coperta su indicazione dell’arbitro. Ancelotti in tuta non è il massimo, e appare fuoriluogo come lo sarebbe stato Sarri col cappottino elegante. Due stili differenti, nell’armadio come in campo. Ma sia Carlo che Maurizio ritrovano una vittoria importante in un periodo delicato.

 

CRESTA D’ORIENTE: Nella prima frazione di gioco è la cresta di capitan Hamsik a cambiare la partita, forse per l’ultima volta. Un Napoli non troppo convinto approfitta di un lancio clamoroso dello slovacco per piazzare l’azione del gol che cambia il match. Anche se l’Hamsik più dinamico degli anni passati sembra latitare, l’ordine nei fraseggi e la razionalità tattica del numero 17 sembrano essere essenziali per questa squadra. Nel mezzo la Cina, che potrebbe spezzare una favola che dura da più di 10 anni.

SE NON ORA QUANDO: Giocate e strappi sensazionali per Zielinski, ancora una volta decisivo con le sue percussioni. Ciò che manca al ragazzo polacco continua ad essere la continuità. Il possibile addio di Hamsik e i 24 anni di età sembrano essere i segnali definitivi. O adesso o mai più: il salto di qualità del centrocampista azzurro potrebbe regalare ad Ancelotti un fuoriclasse di prima categoria.

CUORE D’ORO: A pochi minuti dalla fine il rigore che rispedisce al mittente il brutto 3-0 dell’andata. Il pubblico chiede che lo batta l’idolo Koulibaly, ma quando Milik lascia il pallone è Verdi a calciare. Il numero 9 spiazza Audero e torna a segnare: una spinta importante per tornare grande, e un bel gesto di Milik, implacabile nei confronti degli avversari e altruista con i compagni.

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