Luciano Spalletti ex allenatore del Napoli ed ex CT è stato ospite del Festival dello Sport in corso a Trento ed parlato in maniera approfondita del passato e del futuro della Nazionale svelando anche dei retroscena sulla questione Acerbi
Avrei preferito non fare la brutta figura con la Nazionale. In Nazionale ho commesso l’errore di trasferire troppo questo mio sentimento e amore per il calcio. Lì forse ho sbagliato, perché li ho un po’ intasato dal punto di vista delle cose richieste. Ai calciatori serve essere leggeri, perché le pressioni sono tante. Arrivare alla partita e sentire musica nello spogliatoio…“.
Poi Spalletti ha proseguito: “Noi dobbiamo sempre domandarci con quali orecchie ascoltano le cose. Io devo sapere come arriverà e come loro percepiamo questo mio messaggio. Questa è una domanda che l’allenatore deve sempre farsi e io me la sono sempre fatta. Probabilmente ho sbagliato in queste dosi di cose da dire“.
L’ex CT ha parlato così del caso Acerbi: “Sono sempre di più quelli che trovano delle scusanti o delle motivazioni per non assolvere i propri impegni e per non prendersi delle responsabilità importanti. Sono sempre meno quelli che ci mettono la faccia. C’è una pre-convocazione, tu aderisci e il giorno prima della convocazione ti telefono: ‘Avevi ragione tu, perché devi sempre considerare il campo’. E il campo ha detto che lui era uno dei più forti. Gli ho detto questo: ‘Il campo ha detto che tu sei ancora un leader e avevo pensato di comprarti’. Lui mi ha risposto, dopo averlo chiamato più volte. Mi ha detto ‘Sei lei dice così, mi fa piacere e vengo’, sono passati 3/4 giorni, mi ha mandato un messaggio e mi ha detto ‘Io non vengo più’. Lo svolgimento della cosa è andata diversamente da quello che racconta“.
La Nazionale per me era come essere in paradiso. Quando succede qualcosa di non corretto, io non lo dimentico in poco tempo. Quanto mi ha fatto male? Io sono generoso, ma mi fido anche di me stesso. Nessuno mi ha mai regalato niente, non ho mai avuto un procuratore. Se tu mi fai allenare, io sono a posto. Io non ho bisogno di altro. Nell’Italia non mi mancava niente. Secondo me ci sono 20 calciatori con cui costruire una squadra competitiva. Donnarumma e Di Lorenzo sono dei top. Bastoni è un grande calciatore. Barella ha geometrie e ti può anche giocare davanti alla difesa“.
Su Pio Esposito, in gol contro l’Estonia, ha commentato: “Ti dà la convinzione che poi avremo un padrone dentro l’area di rigore“.
Sulle qualificazioni ai Mondiali, Spalletti non ha dubbi: “L’Italia ci va ai Mondiali. Sicuri che ci va. I calciatori sono forti e Gattuso ha trovato subito la quadra facendo giocare 2 punte. Con l’Israele l’ha vinta lui così“.
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