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Talking Points – Spunti di riflessione dopo Napoli-Torino

In questo spazio saranno analizzate delle questioni in maniera aperta e completa. A tifosi e lettori la libertà di esprimere il proprio parere e dare il via alla discussione.

Il miglior attacco del campionato
Prendete Higuaín, il suo record, la media superiore a un gol a partita. Prendete anche le chiacchiere, il Napoli Higuaín-dipendente, i fallimenti annunciati. Toglieteli pure, non valgono più nulla. Il Napoli ha il miglior attacco del campionato, nonostante l’infortunio di Arkadiusz Milik. Dopo mesi di sofferenza in attacco, Mertens ha dimostrato di essere la vera alternativa al polacco. Resta il fatto che nel Napoli segnano tutti. Il gioco impresso da Sarri alla squadra porta tutti gli interpreti ad esprimersi al meglio.

Tre gol subiti, un 5-3 che è una bugia da evitare
Leggendo i giornali stamattina, un appassionato di sport vedendo che il risultato di Napoli-Torino è stato 5-3, potrebbe pensare che la partita sia stata combattuta. Nulla di più errato. Il Napoli ha controllato agevolmente la partita, condannato da se stesso a soffrire. Gli errori di Reina sulle prime due reti dei granata hanno privato il Napoli della gioia di tenere ancora una volta la porta inviolata. Dopo una giornata così bella, c’è ancora qualcosa su cui lavorare.

Hamsik e Insigne, fondamentali nell’ombra
Il tabellina della partita di ieri è andato componendosi con i nomi di Dries Mertens, quattro volte, Vlad Chiriches e due volte con quello di José Callejon alla voce “assist”. Nessuna gloria personale apparente per Insigne ed Hamsik. Andando però ad analizzare la partita, i due hanno dato un gran contributo. Insigne ha fatto il passaggio decisivo nell’azione in cui Mertens ha subito il fallo da rigore, oltre ad essere costantemente coinvolto nel gioco. Stessa cosa Hamsik, andato spesso vicino al gol. Due certezze, anche quando a finire sui titoli dei giornali ci sono altri calciatori.

Arcobaleni, follia e complimenti: semplicemente Dries Mertens
Il pomeriggio passato ieri da Dries Mertens è da incorniciare. Sette giorni da tramandare ai posteri, in cui il belga è stato protagonista di un’impresa che resisteva dai tempi di Angelillo in Serie A e mai registrata nella storia del Napoli. Lo splendido pallonetto che ha beffato Joe Hart somiglia a un arcobaleno disegnato dolcemente nel cielo di Fuorigrotta. Una follia pensarlo, da campioni realizzarlo. Proprio il portiere britannico ha aspettato che Mertens salutasse i propri tifosi per complimentarsi con lui, abbracciandolo dopo la prestazione superlativa. Tutti ai piedi di Dries Mertens.

Cambiano gli uomini, il gioco resta lo stesso: Sarri o Popovich?
Al secondo anno sulla panchina del Napoli, Maurizio Sarri sembra essere riuscito a far capire la propria idea di calcio alla perfezione ai propri calciatori. Un sistema di gioco dalla bellezza ammaliante e l’efficacia da grande squadra. Un sistema che riesce a mantenere intatta la sua elevata qualità a prescindere dai calciatori che lo interpretano. Numerosi sono stati infatti i cambi in campo durante questa stagione, senza che la qualità ne risentisse. Scambi continui, innumerevoli tocchi di prima e palla continuamente in movimento. Facendo un cross-over con un altro sport, un sistema che ricorda molto quello cestistico che Gregg Popovich cura da due decenni in Texas: i San Antonio Spurs. La gioia che dà il Napoli agli appassionati di calcio vedendolo giocare è pari a quella che si ha vedendo gli Spurs in campo da appassionati di basket. Tutto vero. Migliorabile, ancora.

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