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Tatticando. L’analisi tattica con immagini di Atalanta-Napoli 2-0

Il Napoli perde 2-0 in casa dell’Atalanta una partita che ai punti sarebbe finita in parità. Pagati a caro prezzo i dieci minuti di totale follia degli azzurri a inizio secondo tempo. 

Ma nel calcio contano i gol e l’Atalanta rispetto al Napoli ha avuto solo il merito di concretizzare due delle tre palle gol avute, al contrario dei partenopei che hanno fallito le loro quattro opportunità.

L’Atalanta. Gasperini ha ammesso che potendo puntare a due risultati su tre per spegnere ogni velleità Champions del Napoli, ha tenuto la squadra più bassa. Non solo. I centrali di difesa che in altre occasioni accompagnavo sempre  l’azione offensiva non hanno quasi mai superato la metà campo. Inoltre il centrocampo si è preoccupato meno della manovra e più della protezione del reparto difensivo per non lasciare spazi al Napoli come accaduto con Udinese e Lazio.  La scelta di Gasperini alla fine ha pagato anche se l’Atalanta oltre i due gol ha impegnato i portieri del Napoli una sola volta con Ospina che ha parato il tiro improvviso da fuori area di Gomez. Al contrario di chi giudica una partita solo in base al risultato, bisogna sottolineare che l’Atalanta per il gioco visto non ha giustificato i dodici punti (ora quindici) di vantaggio in classifica. Anzi, spesso è stata costretta a subìre il palleggio dell’avversario provando a limitarlo con ferree marcature a uomo in fase di non possesso. Le due immagini seguenti delle proiezioni delle posizioni medie, evidenziano come l’Atalanta abbia tenuto un atteggiamento prudente in entrambe le fasi.

Atalanta in fase difensiva
Atalanta in fase offensiva

Il Napoli. Gattuso la partita l’ha impostata bene con le giuste distanze tra i reparti, puntando sul possesso palla con la verticalizzazione al momento giusto per sorprendere la difesa avversaria. Non a caso il Napoli ha coperto meglio il campo e ha gestito il palleggio meglio dell’Atalanta. Il Napoli rispetto all’Atalanta però è stata inferiore dal punto di vista fisico negli uno contro uno e per la diversa cattiveria in zona gol. Come anticipato l’Atalanta ha concretizzato due delle tre occasioni, il Napoli ha sprecato le sue quattro. Inutile soffermarci sui moduli di Gattuso che ormai sono i consolidati 4-1-4-1 in fase di non possesso e il 3-2-3-2 in fase offensiva. Vale la pena invece approfondire il posizionamento degli azzurri in occasione dei due gol in quei dieci minuti di follia a inizio secondo tempo.

Il primo gol di Pasalic al 2′ della ripresa. La prima anomalia sono le posizioni di Mario Rui e Di Lorenzo. Inoltre proprio Di Lorenzo va in pressing su un avversario controllato già da Insigne e Zielinski lasciando libero Castagne. Lo stesso Insigne dopo il passaggio del numero 10 Gomez ha un gesto di stizza verso Di Lorenzo.

La difesa riesce comunque a rimediare ma è Fabiàn che pur avendo l’opportunità di spazzare via il pallone prova a giocarlo al limite della propria area incrociandosi anche con Di Lorenzo che provava a recuperare la sua posizione naturale.

L’errore finale lo commettono poi Mario Rui e Maksimovic che invece di seguire la posizione di Koulibaly provano a salire per lasciare in fuorigioco i due atalantini al centro dell’area di rigore lasciandoli soli di battere a rete.

Il secondo gol di Gosens al 10′ della ripresa. A inizio azione i posizionamenti sono giusti. Ma gli atalantini con uno scambio rapido eludono le marcature grazie anche a Demme che in fase di raddoppio entra con poca convinzione.

Una volta superati dal passaggio filtrante dell’avversario Insigne e Mario Rui si fermano e non seguono l’azione. Koulibaly si fa ingolosire dal pallone e prova a chiudere l’avversario al cross già contrastato da Demme invece di seguire Toloi che si era inserito alle sue spalle. Poi la sfortuna vuole che il tiro completamente sballato del difensore atalantino finisce sui piedi di Gosens che solo in area ha potuto battere a rete indisturbato. Ma Politano e Zielinski dov’erano?

Gattuso ha poco da rimproverarsi per come ha preparato la partite per come l’ha impostata. La sconfitta è arrivata solo per errori individuali e non per una superiorità dell’avversario. È opportuno ricordare che per qualità di gioco il Napoli è stato alla pari degli avversari e ha creato anche più opportunità da gol.

Volendo proprio trovare il pelo nell’uovo forse Gattuso avrebbe potuto intervenire prima sui ritocchi di formazione.  Insigne e Mertens non sono sembrati al top e Politano sulla destra non riusciva a incidere.

Ma con il senno di poi diventa tutto più facile.

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