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Tessera del Tifoso – Un’ipocrisia tutta italiana

Lazio-Napoli: l’ennesimo capitolo di una triste storia. Mercoledì quattro marzo andrà in scena all’Olimpico di Roma la semifinale di andata della Tim Cup 14/15 tra Lazio e Napoli. Una partita importante, un crocevia fondamentale sul cammino degli azzurri verso la difesa del titolo conquistato il tre maggio scorso.

Tutto lascia presagire che assisteremo ad un grande spettacolo in campo, peccato però che sulle tribune mancherà la parte più calda del tifo napoletano. È stata vietata la vendita dei biglietti nella regione Campania, anche per i possessori della Tessera del Tifoso.

L’Osservatorio ritiene ad “altissimo rischio” l’evento data la rivalità tra le due tifoserie e, cosa probabilmente più preoccupante, la presenza dei tifosi romanisti. Dopo la partita di campionato a gennaio a Roma contro i biancocelesti nella quale gli unici tifosi azzurri presenti all’Olimpico erano coloro che risiedono nella capitale, la storia si ripete.

Nel 2009 fu varata la Tessera del Tifoso che doveva essere la soluzione a tutti i problemi di ordine pubblico in occasione di partite di calcio. Nel lancio del nuovo provvedimento, contestato dagli ultras di tutta Italia ed incostituzionale a detta di molti a causa dell’Art. 9 che può prevedere il DASPO a vita, l’allora Ministro degli Interni Maroni evidenziò come il punto di forza di questa tessera fosse la possibilità di entrare in tutti gli stadi senza alcuna restrizione, come espresso testualmente dalle autorità nella presentazione della card: “La Tessera del Tifoso esenta dalle specifiche restrizioni che potrebbero essere imposte per motivi di ordine pubblico per le partite sia in casa che in trasferta (per tutte le partite giocate in Italia)”.

Per i tifosi del Napoli viene meno anche questo diritto, quando basterebbe un’organizzazione decente come accadde in occasione della finale di Tim Cup 2011/12 Juventus-Napoli. Ciò che rimane di questo provvedimento ipocrita è la rabbia di chi per una sentenza (anche di primo grado e poi ribaltata nei gradi successivi di giudizio con eventuale assoluzione) riguardante “reati da stadio” può ancora vedersi comminato il divieto di assistere a manifestazioni sportive a vita, come previsto dall’Art. 9 del “Decreto Amato”. Ma in un paese in cui fanno più scalpore atti vandalici compiuti da stranieri che l’assassinio di un tifoso napoletano ad opera di un ultras romanista, ci può stare anche questo.

Articolo di Valerio Intermoia

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