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Tutti pazzi per Khvicha Kvaratskhelia! Per la rubrica “Senti chi parla” la giornalista georgiana Salome Kharatishvili ci svela tante curiosità

A Napoli, e non solo,  è esploso il fenomeno Khvicha Kvaratskhelia! 

“Senti chi Parla” di Valeria Grasso

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le qualità del calciatore azzurro – che il Napoli ha individuato e portato in serie A prima di qualunque altra società– sono tante, indiscusse e sotto gli occhi di tutti. Proviamo a scoprire qualche curiosità in più su questo giocatore di talento attraverso la giornalista georgiana Salome Kharatishvili di Zestaphoni.

 Salome, parlaci un po’ di te…

“Sono nata e cresciuta in un periodo molto difficile per la Georgia. Negli anni ‘90 abbiamo vissuto diverse guerre causate dalla Russia.

Salome a Piazza del Plebiscito

Alla domanda ‘se ho mai praticato sport’ non so mai cosa rispondere perché durante e dopo la guerra l’unico sport era la…sopravvivenza. Io sono stata fortunata, ma tanti ragazzi sono stati inghiottiti… dal male della guerra. Chissà quanti futuri campioni abbiamo perso! Ho deciso diventare giornalista sportiva, proprio perché non potevo fare sport.  Una cosa insolita, ma accettata dai miei genitori. Niente divieto, niente ostacoli. Lo zio di mia madre era ex portiere ed allenatore, così in famiglia hanno pensato che fosse un fatto genetico. L’Università, i vari giornali sportivi, e poi è arrivato il momento di sfidare me stessa – andare in un altro paese sia per studiare, sia per crescere professionalmente. Consapevole che non sarebbe stato facile ma ci dovevo provare. Poi nel 2008, di nuovo la guerra. I russi tornano a bombardare e ci tolgono ancora una parte della nostra terra. Anche stavolta riesco a sopravvivere e così nel 2011 mi sono iscritta all’Università degli studi Roma Tre: così è ufficialmente iniziata la mia avventura italiana. Lo Stadio Olimpico è la mia seconda casa. Condivido sia le vittoria che le sconfitte con le squadre capitoline. Lo sport è la mia gioia. Il giornalismo sportivo è la mia vita. Scrivo per un giornale georgiano che si chiama Lelo, come lo sport antichissimo in Georgia, simile al rugby”.

Come la tua storia si intreccia con quella di Kvara?

“Era, se non ricordo male, il 2016, anni in cui ho collaborato con alcuni procuratori romani. Avevo tanta voglia di portare in Italia qualche calciatore georgiano e farlo giocare nel calcio italiano. Come accennavo prima mio zio fa l’allenatore e ogni tanto gli chiedevo di indicarmi il nome di qualche ragazzo promettente. E così un giorno mi fece il nome di Khvicha Kvaratskhelia. Ma all’epoca era ancora troppo giovane per destare l’interesse dei procuratori. Gli atleti tra i 12 e i 16 restano sotto osservazione per capire chi davvero sviluppa il talento Così allora è passato tutto in secondo piano.  Purtroppo la parte burocratica ha sempre creato problemi e non siamo mai riusciti a concludere una trattativa con successo. In generale, non avendo un campionato di alta qualità, non è mai stata posta grande attenzione sul livello del calcio georgiano. Eppure vi posso assicurare che in Georgia si trovano tantissimi ragazzi tecnicamente forti”.

 

 

 

Kvaratskelia e il sogno di arrivare in Europa e …in Italia

“Dopo questo episodio passa qualche anno, fino a che non lo rivedo quando veste la maglia della nazionale. In realtà l’ho sempre seguito da lontano, nella speranza che non perdesse il suo talento come è accaduto per tanti ragazzi che sembravano di qualità. Sinceramente speravo in un interesse della S.S. Lazio o della A.S. Roma così da farlo approdare in una delle squadre della capitale. Ma come si è detto all’epoca il suo prezzo sul mercato per le società sembrava eccessivo, e ripeto, la Georgia non è stata considerata mai un paese utile a sfornare talenti. Dal 2019 al 2022 Kvicha firma con il Rubin Kazan per il campionato russo: questo ci faceva preoccupare tanto. Speravamo che in Europa si trovasse qualche squadra per farlo andare via da quel campionato. Noi tutti eravamo sicuri del suo talento puro. Dopo l’inizio della guerra in Ucraina da parte della Russia abbiamo di nuovo iniziato sperare che Kvicha si librasse dalla squadra russa. A marzo di quest’anno rescinde il contratto con il Rubin e rientra nel campionato Georgiano con la Dinamo Batumi.  In quella fase emergevano vari nomi ma nessuna squadra europea faceva il passo in avanti per acquistarlo, fino al 1° luglio quando il Presidente della SSC Napoli conferma l’acquisto del giocatore. Le sue parole sono state un sospiro di sollievo per tutti i georgiani”.

Kvicha da bambino, che carattere aveva?

“Non conosco molto della sua infanzia. Ma so che è sempre stato un ragazzo determinato. Per lui il pallone è la gioia. Non smette mai di migliorarsi. E per non distrarsi non è un caso che quando cambia la squadra sceglie sempre la casa vicino al centro sportivo. Passa più tempo di quello che dovrebbe in allenamento proprio per fare sempre meglio. E’ un ragazzo umile, rispettoso – penso si noti ed è evidente a tutti”.

Che cosa pensano di lui in Georgia?

“Gli vogliono un gran bene e lo trattano come un figlio. Negli ultimi anni hanno sperato che qualche grande squadra lo notasse e lo portasse a giocare nel calcio che conta. Kvicha è amato da tutti.   Un ragazzo semplice di 21 anni che ha risvegliato l’orgoglio calcistico nel cuore dei georgiani. Ai tempi dell’Unione Sovietica abbiamo avuto dei talenti, ma allora veniva vietato il nazionalismo e così la Georgia, è stata costretta a mettere la sua identità, in secondo piano. Il ragazzo è diventato il vero ambasciatore onorario del suo paese. I georgiani ne vanno fieri e magari sono diventati un po’ invadenti nel tifare per lui. Ma vi prego… abbiate pazienza. Loro hanno aspettato tanti anni un momento come questo. Non riescono ad essere razionali, finalmente i loro sogni si stanno realizzando”.   

Come sta vivendo Kvara l’esperienza di Napoli?

“Kvicha è circondato dai suoi familiari, dai fratelli e dagli amici stretti. Ovviamente la loro presenza è di aiuto per l’ambientamento con la nuova vita. Non è facile a 21 anni gestire quello che attualmente sta succedendo attorno lui. Ma so che è un ragazzo molto forte anche con un bel carattere. Lui crede che quello che desideri con il cuore poi può diventare realtà. Noi georgiani abbiamo aspettato tanto un talento come quello. Voi, popolo napoletano, lo avete accolto a braccia aperte. Noi, tutti insieme, ci godremo il calcio disegnato da un ‘mago’ del pallone chiamato Kvicha Kvaratskelia”.

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