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Valdifiori: “Napoli capolista? Solo chi ha giocato a Napoli ed ha vissuto la città sa quanto ti entra dentro. Il mio più grande rammarico è il gol di Zaza”

Nell’edizione odierna de ‘Il Mattino’, ha parlato l’ex azzurro Mirko Valdifiori.
Che effetto fa vedere il Napoli lassù?
«È meraviglioso. Solo chi ha giocato a Napoli ed ha vissuto la città sa quanto ti entra dentro. Sono sempre un grande tifoso e spero che la squadra ci continui a regalare queste gioie che merita tutto l’ambiente. Poi ho imparato ad essere scaramantico quindi mi fermo qui. Dico solo che a maggio spero che l’opera sia stata ampiamente completata».

Oggi la capolista è di scena al Castellani, campo che lei conosce bene. Quali le insidie più pericolose?
«Per il Napoli è sempre stato un campo po’ insidioso. I toscani giocano a viso aperto, hanno attaccanti veloci che ti possono mettere in difficoltà. E poi quando arrivano le big i giovani danno sempre qualcosa in più per mettersi in mostra. La capolista dal canto suo andrà in campo per fare la partita».

Il calcio di Spalletti e quello di Zanetti, trovi le differenze? «Entrambi cercano di sviluppare gioco dal basso. Fraseggi brevi, con la possibilità di attaccare la profondità e di verticalizzare il prima possibile. Difesa alta e riaggressione. Poi naturalmente ci sono gli interpreti».

Rewind Valdifiori. 2015-2016, a Napoli una stagione cominciata alla grande e finita con l’amaro in bocca di un secondo posto dopo che siete stati campioni d’Inverno. Le differenze con quest’anno?
«Non fummo in grado di riprenderci da quella mazzata subita con la Juve: ripeterò fino alla noia che se alla fine non prendiamo quel gol di Zaza deviato da un difensore potevamo coronare quel percorso che il Napoli sta realizzando quest’anno. È il mio più grande rammarico».

Osimhen, Kvaratskhelia e…?
«Di Lorenzo è impressionante: difende attacca, fa gol. In questo momento è il terzino destro più forte in Europa. Forse al mondo. Ma è tutto il contesto che gira alla perfezione. Una macchina perfetta. Mario Rui sta facendo grandi cose; Kim, insomma è difficile trovare uno del Napoli sottotono».

Poi c’è anche un certo Lobotka. Un giudizio per chi conosce quel ruolo?
«Un punto di riferimento. Riesce a gestire i momenti: alzare e abbassare i ritmi. Ha un’intelligenza tattica che permette di attaccare sempre con due uomini in più. Sa leggere le azioni, oltre al palleggio e alle verticalizzazioni».

Osimhen 18 gol in campionato, Higuain chiuse quella stagione con 36 reti. Chi è più forte?
«Ho giocato contro Osimhen ed è devastante. Higuain è un campione che vedevo in allenamento fare cose da stropicciarsi gli occhi. Osi ha una cattiveria agonistica che anche solo dalla tv ti trascina. Spero che possa ripercorre e migliorare il record di Higuain. Spero diventi il simbolo di Napoli».

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