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Ventura: “Fallimento colpa di tutti. Sono diventato il capro espiatorio di un sistema che non funzionava”

Ventura

Gian Piero Ventura, ex ct della Nazionale, ha rilasciato un’intervista a “Che tempo che fa” dove ha raccontato la sua verità.

 

Queste le sue parole: “Ora è arrivato il momento di parlare e di dire la verità. Dove guarderò i Mondiali? Da casa, però solo la fase finale forse. Altrimenti starei troppo male, perché questa è una cicatrice enorme nella mia vita. Gli italiani stanno soffrendo molto ed è difficile immaginare questa competizione senza Italia. Adesso tiferò per Mancini e gli auguro di trovare le condizioni giuste per lavorare.

Il fallimento? Non ha un solo padre, ma tanti. Invece ci ho messo la faccia solo io in sala stampa e sono diventato il capro espiatorio di un sistema che non funzionava. Con la Spagna siamo arrivati a quell’occasione da imbattuti. C’erano due strade, o vincere o andare agli spareggi. Perdiamo perché loro sono più forti in tutto e dopo si scatena una violenza inaudita verso di me. Tutti volevano le mie dimissioni. E ho sbagliato a non darle. Durante la partita contro Israele dopo 10 minuti il pubblico ci fischiava e da lì ho capito che qualcosa si era rotto. Mi sono dimesso dopo la sfida con la Macedonia perché il clima era devastante, ma queste dimissioni non sono state accettate.

C’è stata una delegittimazione esterna verso di me. Anche interna, però. Sono entrato insieme a Lippi che, inizialmente, doveva fare da direttore tecnico. Poi io firmo e lui non c’è più, così che alla fine mi sono trovato a fare il doppio ruolo. Poi a fine stagione il presidente Tavecchio avrebbe ufficializzato la mia presenza come direttore tecnico, ma è stato nominato Olivieri.

Futuro? Voglio ancora allenare, ho voglia di rimettermi in gioco, 3 mesi non possono cancellare 35 anni di carriera. Voglio dare risposte sul campo e non a parole, spero di avere la possibilità di tornare”.

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