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Walter Della Frera: “Protocollo scritto in tedesco? No, ma i protocolli si assomigliano”

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In diretta su Radio Punto Nuovo, è intervenuto Walter Della Frera, membro AIC della Commissione Medica FIGC.
“Protocollo scritto in tedesco? No, ma i protocolli si assomigliano. C’è sicuramente stata un’attenzione particolare alla logistica, sono circa 32 pagine.

Alla fine la parte medica è stata quella più semplice. Con il nuovo protocollo, la parte medica resta uguale a quella degli allenamenti, salvo evoluzioni dal punto di vista diagnostico che permetta di modificare la quarantena che è attualmente di 14 giorni.

In caso di modifiche di DPCM e di altri fattori, abbiamo 15 giorni di tempo per l’eventuale ripresa del campionato, quindi possiamo fare ulteriori modifiche. Ovviamente tutto va concordato con CTS ed il Ministro e quindi può essere modificato da un momento all’altro.

La prudenza e la gradualità sono estremamente importanti, magari tra due settimane saremo di fronte a tutta un’altra situazione.

Nel protocollo, non siamo entrati nella definizione degli orari delle gare da disputare. Dal mio punto di vista, senza partite amichevoli, uno stop prolungato, potrebbe portare un alto rischio di infortuni. Detto ciò, giocare ad in un orario caldo, ogni tre giorni, può portare a disidratazione e tantissime alte cose che abbassano il rendimento.

Test sierologici? Attualmente li abbiamo lasciati al protocollo dell’FMSI. L’attendibilità vera è quella dei tamponi, certo quelli sierologici sono utili, ma non indispensabili. Le modifiche riguarderanno sicuramente i test molecolari salivari.

Se fossero validati, in quel momento con un test più facile di un tampone comune, potrei fare uno screening la mattina della partita. Questo test è al vaglio del Ministero della Salute, credo sarà disponibile per inizio giugno. Gli studi attuali sono sulla validità del test, stiamo aspettando con ansia per capire se sono validi o meno.

CTS? Non ho rapporti diretti con loro, ma ce l’ha Zeppilli. La percezione è quella di fattibilità, ma in questi mesi ci hanno abituati a percezioni che vengono smentite. Se la viremia continua a cadere, penso sia di facile attuazione, mi sembra fatto molto bene soprattutto dal punto di vista logistico.  Dal punto di vista scientifico, non è stato ancora dimostrato che il virus sta perdendo forza.

Certamente il lockdown ci è stato molto d’aiuto, non avendo persone che contagiavano, il virus ha colpito molto meno. Abbiamo anche capito come intervenire, con le dovute protezioni e misure di sicurezza da parte del personale sanitario. Sono tanti fattori, dal lockdown alla possibilità di avere i dispositivi di protezione individuale e forse anche un certo tipo di evoluzione del virus, ad aver attenuato la virulenza”.

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