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Walter Sabatini: “Quasi morto, il paradiso mi è sembrato un supermercato”

Sabatini Intervista

Dopo il lungo periodo che lo ha tenuto fuori dai giochi e dove ha rischiato la vita, torna a parlare Walter Sabatini a Il Secolo XIX.

Solo qualche mese fa Walter Sabatini ha rischiato la vita, ed ora giorno dopo giorno continua a migliorare ed è tornato a dedicarsi alla Sampdoria. In una lunga intervista per Il Secolo XIX racconta alcune delle cose che ha vissuto in quel periodo.

Con la Sampdoria ho un debito che non so se potrò saldare, Ferrero non mi ha mai fatto pesare le lunghe assenze da Genova. Non esserci stato mi ha ferito, ma le vittorie della squadra mi hanno dato la carica per ripartire.

Quando arrivò alla Samp, Sabatini dichiarò che era la sua utopia. “Un’utopia che per forza di cose non ho potuto realizzare, però è ancora in corso. I giocatori non conoscono ancora il loro reale valore, ma si basano su quello che dicono gli altri.

Ora c’è l’idea che la Sampdoria è una squadra di passaggio, ma non è così e Giampaolo giustamente si lamenta di questo. Solo gli scambi ti permettono di competere con le grandi potenze, la dirigenza ha fatto un ottimo lavoro.

Poi passa a parlare di quella fatidica notte e a fare i complimenti a Giampaolo.

Quel sabato dovevo partire per andare in Cina; se fossi salito su quell’aereo sarei morto. Venerdì notte tra cortisone e ansiolitici ero più stabile, poi ricordo solo lo scambio di messaggi con Osti. Anche ora alcuni periodi non so proprio cosa è successo.

Giampaolo per me è ancora un allenatore giovane che si deve realizzare completamente. Non lo considero neanche un allenatore, ma un forgiatore di idee calcistiche. Questa potrebbe essere una stagione memorabile per lui e la Sampdoria.

Infine una chiusura sul suo futuro: “Se Ferrero un giorno mi chiama e mi dice di aver venduto la società, io mi farò da parte. Con dispiacere ma lo farei, perché lo considero un lavoro incompiuto, altrimenti rimango.

Ora prendo 15 compresse al giorno e dei tranquillanti per il fumo, dato che la mia vita era scandita da quello. Vivere senza è una tragedia, ma lo devo fare per chi mi vuole bene. Quando ero in coma ho visto il paradiso e mi è sembrato un supermercato; ora vorrei vedere quello calcistico con la Sampdoria.

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