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Ancelotti: “Troppo potere ai procuratori. Nel calcio solo i calciatori sono importnati”

L’allenatore si confessa in ‘un’intervista rilasciata al portale web Die Welt

Carlo Ancelotti, l’allenatore italiano del Bayern Monaco, in un’intervista rilasciata al portale web Die Welt ha parlato di alcuni momenti della sua carriera, ma anche del suo rapporto con i procuratori dei calciatori:

“I calciatori una volta non erano popolari come quelli di oggi perchè il calcio non era diffuso in Tv. I calciatori di oggi sono ammirati come una volta erano ammirate le star del cinema di Hollywood.

Nel calcio è più facile criticare un allenatore che i calciatori o l’operato della società. Al PSG e al Chelsea più volte mi hanno prospettato l’esonero in caso di una mancata vittoria, mentre al Milna con Beslusconi era diverso: mi criticava quando vincevamo e giocavamo bene, mi sosteneva quando le cose andavano male. Al Bayern sembra essere in una famiglia dove mi hanno chiesto solo di restare competitivi e non di vincere per forza.

Il mio rapporto con i procuratori è freddo? Non fanno parte del mio lavoro, io ho un rapporto diretto con i calciatori e spero che quando loro hanno dei problemi vengano direttamente da me e non mandino i loro procuratori. Oggi molti club hanno dato troppa importanza agli agenti dei calciatori. La cosa più importante nel calcio non sono gli allenatori o i procuratori, ma i calciatori. Se al gente viene alo stadio o guarda le partite in TV è per guardare loro”.

Ancelotti ha così dato conforto a quanto evidenziato da 100×100 Napoli il 9 giugno un di credibilità ai contratti liberamente firmati. 

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