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Aspettando la notte del “Bernabeu”: le stelle galattiche contro la cometa azzurra

Cosa brillerà di più nel cielo di Madrid?

Ci sono comete che si ripresentano periodicamente ed altre che passano solo una volta in prossimità del Sole. Ecco, trent’anni dopo l’ultima apparizione, la cometa ‘Napoli’ è uscita dalla nube della seconda specie per entrare con merito nella prima. La meteora maradoniana è rinata definitivamente, sotto un altro nome. Con una radiazione tanto intensa da provare a farsi ammirare nella galassia più splendente di sempre. Quella delle stelle del “Bernabeu”. In un match, a questo punto, “stratosferico”, da gustare con gli occhi perennemente all’insù.

La sublimazione dei meccanismi di gioco ha reso del Napoli una materia parecchio consistente, che percorre luccicanti traiettorie orbitali. Se un corpo celeste così affascinante basterà per avvicinare gli astri più distanti dell’universo, lo capiremo a breve, a partire da stasera. Quando l’organizzazione di gioco, corroborata da buoni ma non straordinari spunti individuali, sfiderà l’accecante scintillio blanco.

Un viaggio tra le stelle, potenzialmente invincibili. Inutile fare la conta delle più spettrali: sono note a tutti. Piuttosto, soffermiamoci su un aspetto: attraversano una leggera fase di instabilità. Qualche defezione, un’eccessiva vulnerabilità e la manovra che non entusiasma: sono alcune delle ‘defaillances’ che puntualmente lo splendore tecnico è abile a mascherare. Ma che col Napoli potrebbero degenerare. Fino a collassare, essere inghiottite dagli effetti – verticalizzazioni, ripartenze e triangolazioni cosmiche – del flusso azzurro. Come precipitare in buco nero, che attrae, quindi divora le sue stelle (Reali).

 

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