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Calcagno AIC: “Un contenzioso Juventus-Napoli non fa bene al nostro calcio”

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A radio Punto Nuovo è intervenuto Umberto Calcagno presidente dell’Assocalciatori.

“Bisogna valutare il rischio, c’è la tutela dei nostri calciatori associati. C’è il dispiacere di non aver rilevato il valore ludico dello sport.

Abbiamo un forte grado di abbandono in fase adolescenziale dello sport, ad oggi non si possono fare partitelle, non si possono divertire i nostri ragazzi a causa dell’attuale DPCM.

C’è grande preoccupazione da parte nostra, oltre che per la salute di tutte le persone che fanno sport.

Spero che venga utilizzato ancora buon senso e che si possa tornare alla normalità quanto prima, ma dipende dai numeri.

Sale bingo aperte e lo sport con maggiori restrizioni? Rispetto chi ne capisce più di me sulla situazione epidemiologica, ma è il risultato del nostro Paese.

Nel non bloccare tutto, vengono attuate differenze e qualcuno ne risente lo svantaggio. Spiegare ad un bimbo di 6-7 anni norme su come comportarsi durante lo sport, escludendo la parte più bella, diventa difficile da gestire. Protocollo? Va applicato.

La curva epidemiologica sta aumentando ed il protocollo va meticolosamente osservato per ogni norma comportamentale. Sappiamo che chi pensa di avere certezze in una situazione del genere, si sbaglia, dobbiamo essere pronti ad adattarci.

Il protocollo non è immodificabile, tutti noi siamo pronti a recepire nuove norme da parte del CTS o dalle autorità competenti. Il fatto di essere così tanto controllati sta preservando il nostro mondo rispetto a quanto ci accade intorno.

Juventus-Napoli? Non entro nel merito, ma un contenzioso non fa bene al nostro sistema. Bisogna evitare eventi simili in futuro, trattati in maniera differente. Il mio augurio, come sistema, è che si guardi tutti verso un unico obiettivo: i segnali, attualmente, sono di una reale compattezza per preservare salute e regolarità dei campionati. È fuori di dubbio che serve spirito di sacrificio da parte di tutti. AIC? L’auspicio è che il periodo difficile ci possa aiutare a smussare quegli angoli che ancora non sono stati smussati. Le riforme sono improcrastinabili, è diventato urgente capire cosa vuol dire veramente fare una riforma: il sistema inglese è un esempio con il 25% della redistribuzione dei diritti televisivi verso il basso. Mi auguro che finita questa fase eccezionale, si possa ridiscutere della redistribuzione delle risorse e si possa cercare di avere una prospettiva virtuosa. Speriamo in una reale ristrutturazione dei nostri meccanismi “.

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