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Cannavaro: “A Dimaro capii che sarei andato via, non mi è stato dato modo di esprimermi. L’emozione più grande? Il ritorno in Serie A, sono prima di tutto un tifoso del Napoli”

A Gennaio, dopo sette anni, le strade di Paolo Cannavaro e il Napoli si sono divise. L’ex Capitano azzurro passa al Sassuolo ma non è stato un divorzio in cui ci si stringono le mani, si rimane in buoni rapporti.  Il Napoli e Cannavaro si dicono arrivederci ma nelle parole del difensore napoletano si capisce quanto difficile sia stato lasciare la squadra, la sua città. 
Cannavaro è stato ospite al programma Tiki Taka, in onda su Italia Uno, dove ha raccontato la sua “verità” su questo arrivederci, perché per lui non sarà mai un addio, e parla anche della sua avventura al Sassuolo. Le immagini del suo passato a Napoli scorrono sul video e il difensore è visibilmente emozionato, commosso: “Prima di tutto sono un tifoso del Napoli”, lo ripete più volte nell’intervista.

Ecco l’intervista di Cannavaro.

Mazzarri è stato anche il tuo allenatore, ha saputo tirare fuori il meglio di te.
“Mazzarri tira fuori il meglio di ogni giocatore. Il morso alla bottiglietta? Ho visto cose peggiori”.

Quanto ti manca Mazzarri?
“Avevo un bellissimo rapporto con lui ma le strade poi si dividono, nel calcio succede. Però ricordo i momenti vissuti con lui con grande piacere”.

Seedorf aveva carisma da giocatore. Basta essere un grande giocatore per diventare un grande allenatore?
“Parti avvantaggiato quando sei stato un grande giocatore ma l’allenatore deve saper dare anche altro, deve dare organizzazione e mentalità. Il vantaggio è che Seedorf conosce lo spogliatoio del Milan perché lo ha vissuto come giocatore, ma poi serve altro”.

Andavi in Curva da bambino?
“Si, ma anche quando ero a Napoli ed ero squalificato ne approfittavo. La partita in Curva si vede meglio rispetto ad altri settori, la vivi in modo diverso la partita. Io vado in Curva B”.

Qual è stato il momento in cui ti sei emozionato di più: la vittoria contro la Juventus in Coppa Italia o quando da bambino andavi in curva?
“Vincere un trofeo dopo 25 anni, in più contro la Juventus, è stata una grande gioia ma il ritorno in Serie A è stata la rinascita del Napoli, dopo tutto quello che aveva subito, è quello il momento migliore che metterò sempre al primo posto in più l’ho vissuto anche come tifoso, quindi un’emozione in più. Aver fatto parte di quel momento mi rende orgoglioso”.

Il Napoli aveva un progetto ma tu, a quanto pare, non rientravi.
“C’è delusione, non mi è stata data possibilità di esprimermi ma va bene così. Sono soddisfatto per quello che ho fatto”.

Si salva il Sassuolo?
“Speriamo la matematica ci fa ancora sperare. Col Chievo sarà difficile ma ci speriamo di vincere”.

Col Napoli la Champions, col Sassuolo la salvezza. Come si resettano gli obiettivi? 
“Ci vuole molta umiltà, noi Cannavaro ne abbiamo tanta, e non ho avuto difficoltà nell’ambientarmi. Quando ti trovi in una squadra che deve salvarsi ma che ha una società completa non merita quella classifica”.

A Fabio non è stato dato modo di entrare in società, tu sei andato via. Perché De Laurentiis non ha questo feeling con i Cannavaro?
“Bisognerebbe chiedere a lui. Io ho dimostrato di essere da Napoli, a Fabio gli è stata negata l’opportunità di fare l’ultima partita al San Paolo e forse i rapporti si sono inclinati lì”.

Perché i calciatori che erano con Mazzarri sembrano dover partire? Questione tattica?
“Non credo che sia una questine tattica, ma saranno le scelte della società ad essere diverse. Lo schema e il modulo servono poco, forse il fare un gruppo nuovo serve per dare un entusiasmo diverso all’ambiente”.

Quando avevi capito che saresti andato via?
“A Dimaro, nel ritiro. Ti accorgi quando qualcosa non va più bene, soprattutto quando sei nel calcio da 12-15 anni. La mia è stata una grande carriera fatta anche di grandi ostacoli. Ho affrontato tante sfide tra cui questa di tornare a Napoli, tutti mi davano del pazzo, l’ho persa ma non per demerito mio”.

Quanto contano i Cannavaro a Napoli?
“Contano molto. I Cannavaro hanno dato tanto per il Napoli. Io ho più apprezzamenti oggi che sono andato via, che quando giocavo nel Napoli”.

Ti aspettavi di più dal Napoli?
“Da tifoso si mi aspettavo di più, prima sono tifoso del Napoli. Da calciatore pensavo qualcosa di più equilibrato ma vedendo le squadre che ti sono avanti e che corrono tanto posso dire che la stagione del Napoli va bene così”.

Il cognome ti ha pesato?
“All’inizio si ma una delle vittorie è sentirmi chiamato Paolo e non più il fratello di …

Un saluto a Benitez?
“Mi volete mettere in mezzo?” (ride)

Hai mai pensato ad una convocazione in Nazionale?
“Ci ho sperato per tanti anni, ci sono stati dei campionati in cui ho fatto davvero bene ma ora è molto difficile”.

Li senti i tuoi ex compagni di squadra?
“Quasi tutti i giorni perché siamo molto legati, ma parliamo di cose private”.

Con quale attacco giocheresti ai mondiali?
“Fare dei nomi è difficile. Immobile sta facendo bene e devi approfittare quando ci sono i mondiali di giocatori che fisicamente stanno bene”.

Chi marcheresti ti piacerebbe marcare?
“Immobile da qualità e quantità e da più fastidio alle difese”.

Acerbi ha detto che sta bene, come si affronta in squadra una cosa del genere?
“Lui è presente nello spogliatoio, ha sempre cercato un contatto con noi, lui è una persona positiva e allegra. Speriamo che possa tornare presto con noi. Acerbi è un ragazzo eccezionale”.

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