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Commissione medica FIGC: “Criticità del protocollo. Porte aperte solo in un caso”

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Walter Della Frera, membro AIC della Commissione Medica FIGC, ha parlato ai microfoni di Radio Punto Nuovo a “Punto Nuovo Sport Show”.

 

 

Stiamo valutando il protocollo da mandare al Ministro per quanto riguarda la ripresa delle partite. Dopo aver approvato quello per gli allenamenti, adesso, oltre alla questione logistica, c’è il discorso medico da affrontare. Il protocollo fatto un mese fa, in piena pandemia, aveva un significato. Il mio compito è quello di far riprendere lo sport, il calcio, ma in sicurezza per i giocatori.

Modello tedesco?Noi avevamo proposto un modello simile che si scontrava con la realtà per quanto riguarda i tamponi, l’eticità perché eravamo in piena pandemia. Il presidente Gravina ci ha dato il compito di trovare un modo per ripartire in sicurezza, che totale ci sarà sicuramente solo con il vaccino, quindi dobbiamo fare il possibile. Per come avviene per tutte le attività produttive, bar, industrie, dobbiamo accettare di correre un minimo di rischio. Intanto la curva epidemiologica sembra essere a favore, noi guardiamo il numero di TAC positive e dei pazienti dimessi dalla rianimazione. Il nodo fondamentale, il più critico, è il momento in cui si trova un calciatore Covid positivo. Con il DPCM attuale è necessario una quarantena di gruppo, senza contatti con l’esterno. Si sta lavorando, con l’ausilio della pandemia che va a scemare ed i tamponi salivari, per avere un impatto sui controlli più favorevole, con un leggero cambio del DPCM, si potrebbe riprendere in sicurezza e senza problemi. Fermare una squadra per 14 giorni renderà farraginosa la ripresa del campionato. Sentendo i nostri consulenti, non ci sono ancora prove scientifiche che il virus sta perdendo virulenza. Sicuramente il lockdown ci ha aiutato tantissimo per isolarlo.

Persone allo stadio? Possiamo fare tutte le considerazioni tecnico scientifiche per far ripartire il calcio, ma se il rischio dovesse vertiginosamente calare, non escludo che il Governo possa aprire in questo senso. Ovviamente la risposta non può essere mia, ma spetta al Governo. Più pericoloso cinema o stadio? Probabilmente se ci fossero le distanze, come avviene in tutti gli spazi, le problematiche sono le stesse. Il problema vero è quello di far entrare ed uscire persone dal cinema o dallo stadio, parliamo di ordine attuativo, non di ordine medico.

La chiave per ripartire? Non la conosco, ne stiamo discutendo in queste ore per trovare la chiave giusta. La proposta è di trovare le modalità per ripartire e far andare tutto liscio, visti i dati a favore. Verificare che i due gruppi che scendono in campo sono sterili in tempi brevi e giocare, senza alcun problema. E’ verificare in tempi veloci la chiave della ripresa, stiamo valutando anche se farli fermare a casa loro o in un ritiro.

Studio danese?Abbiamo bisogno di maggiori verifiche e più studi. Non dobbiamo andare di fretta, perché metteremmo in crisi tutto il settore. In Lombardia abbiamo vissuto in maniera drammatica la situazione, quindi magari i nostri giocatori hanno una percezione diversa e vogliamo andare adagio. Spero ci sia a breve la possibilità che non si giochi a porte chiuse e che i giocatori stiano in sicurezza”.

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