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Coppa d’Africa e Serie A, facciamo chiarezza ricordando un precedente

‘Per gentile concessione’ sembra, quasi uno dei ringraziamenti che scorrono nei titoli di coda, però stavolta lo show deve ancora iniziare.

Il 9 gennaio comincia la Coppa d’Africa, sembrerebbe che alcune federazioni, abbiano concesso una deroga per lasciare i calciatori nella disponibilità della Premier fino al 3 gennaio data in cui scatterà la sosta in Inghilterra.

E in Italia? La Serie A riprenderà il 6 gennaio, a tre giorni dall’inizio della kermesse, inaugurata il 9 dal Camerun di Anguissa, contro il Burkina Faso.

Senegal di Koulibaly giocherà il 10 contro lo Zimbabwe e la Nigeria di Osimhen il giorno 11 contro l’Egitto, uno dei candidati alla vittoria.

Escludendo il Camerun, paese ospitante, e apripista, è plausibile che Koulibaly e Osimhen possano giocare con il Napoli contro la Juventus e poi raggiungere le nazionali a 3/4 giorni dall’esordio?

Innanzi tutto, vanno valutate le loro condizioni fisiche, visto che parliamo di calciatori infortunati e non ancora recuperati nell’ultima del girone di andata.

Una volta che ne sia stata certificata la guarigione, bisognerebbe trovare un accordo tra le due federazioni (Senegal e Nigeria) ed il Napoli.

Lavoro di diplomazia ma anche calcolo del rischio, perché in caso di ulteriore infortunio, in questa ipotetica partita giocata con il club, le nazionali dovrebbero cambiare le convocazioni ma per questo hanno tempo fino a 24 ore dall’inizio della Coppa.

Teoricamente, si potrebbe pensare ad un accordo privato, tra federazioni interessate e club, purché ci sia, ovviamente, anche il placet dei calciatori coinvolti.

A sostegno della teoria, viene in aiuto anche la pratica, con il caso Son, verificatosi durante la Coppa d’Asia del 2019. Grazie ad un accordo intercorso, tra la Corea ed il Tottenham,
il calciatore raggiunse i compagni di nazionale dopo la prima fase dei gironi.

Ovviamente, ogni caso è diverso, per soggetti in questione e momento storico ma, soprattutto, perché, ogni decisione, dipenderebbe da accordi diretti e volontà condivise, frutto di un complesso lavoro diplomatico.

Il tutto per una sola partita che, però, resta sempre la madre di tutte le partite.

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