Scuola di Giornalismo Sportivo

Corso di giornalismo sportivo: Totti e la Roma: storia di un addio gestito male

Tommaso Allocca, partecipante al corso diretto da Paolo Del Genio, ha analizzato la rottura tra lo storico capitano giallorosso e il club capitolino.

Non è mai ora di dirsi addio cantava Gianna Nannini. Qui a ben vedere non si parla di maschi come nella nota canzone ma di uno soltanto, simbolo del nostro calcio.
Le complicazioni dell’addio aumentano se a compiere questo passo è Francesco Totti, “l’ottavo re di Roma”, giallorosso da tempo immemore, ultima bandiera di un calcio che le ha quasi definitivamente ammainate. Qui c’è un menu ricco di portate saporite e per tutti i gusti: l’orgoglo di un campione, la passione dei suoi tifosi, la razionalità dettata dalla contingenza del momento, l’esigenza di gestire un passaggio inevitabile alla vita “normale” e molto sentimento che nessuna delle parti vuole sfoci in risentimento.
594 partite condite da 244 reti e prestazioni di gran classe hanno reso e rendono Francesco simbolo della romanità nel mondo al pari del Colosseo. Sempre difficile gestire il passaggio dall’attività agonistica a quella successiva ma in questa faccenda le parti ci stanno mettendo del loro.
Forse era impensabile aspettarsi che Totti alla soglia dei 40 anni e con qualche acciacco fisico derivante dai tanti colpi subiti non ne volesse sapere di smettere. A ben vedere siamo comunque lontani dal discutibile saluto che la dirigenza della Juventus ha riservato ad Alessandro Del Piero, relegato ad uno dei tanti e quasi scaricato per la grandezza della sua storia.
La società giallorossa invece ha previsto al termine della carriera di calciatore un contratto da dirigente per l’ex pupone diventando inattaccabile quantomeno formalmente. La Roma non sembra garantirgli il posto da titolare che il capitano pretenderebbe almeno per un altro anno. Questo è il nodo. Le esigenze di campo prevalgono sulla riconoscenza e sul nome. Come dar torto a Spalletti? Il problema per così dire è che il giocatore voglia fare un altro anno ma non da comparsa ( non è nello stile e nella storia del personaggio) e sta valutando altre proposte, non ultima quella piovutagli da Claudio Ranieri che lo vorrebbe con sé nel Leicester dei miracoli.
Come in tutte le storie d’amore la sensazione è che sia necessario parlare e che alla fine si possa raggiungere un risultato che soddisfi tutti. Finora il capitano sta gestendo da solo la situazione e né la società né i suoi compagni si sono pronunciati in merito.
Per ora appunto, ma scrivere la parola fine e raccontare un lungo addio dopo una storia unica è impresa ardua, un oceano di emozioni, avvenimenti, equilibri precari ed interessi in gioco in cui si rischia di annegare senza vederne il fondo. La sensazione è che Totti non verrà trattato come un Del Piero qualsiasi.

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