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Dalla panchina ai fischi: perché colpire Gabbiadini?

Arrivati a questo punto delle stagione occorre calma e chiarezza.


Il Napoli dell’era Sarri collezione per la prima volta due sconfitte consecutive, ma le maggiori perplessità in casa azzurra le suscita sempre il mercato.
A quasi due mesi dal 31 di agosto, è lecito porsi delle domande.
Ma quanto ha influito il tecnico nelle scelte della società in sede di calciomercato?
Risposte certe non ne abbiamo e difficilmente ne avremo dalla società e dal tecnico. Possiamo però valutare i fatti.
Questi ci dicono che il più grande equivoco tecnico e tattico del Napoli è sicuramente Manolo Gabbiadini. È da un anno ormai che si discute a iosa delle sue caratteristiche e sulla sua posizione in campo nel 4-3-3 targato Sarri.
Le prestazioni del calciatore confermano che non rientrano nelle sue doti i movimenti e la fisicità di cui è dotata una prima punta.

Inutile girarci intorno.

La confusione poi in sede di mercato, con Manolo vicino alla cessione in Premier a fine agosto, salvo poi essere riconfermato per l’impossibilità del Napoli di arrivare a Pavoletti, testimoniano una situazione paradossale che, inevitabilmente, influisce negativamente sul calciatore.
I fischi dei distinti e delle tribune del San Paolo, condannati dalle Curve, rappresentano il brutto epilogo di una vicenda che si trascina da troppo tempo.

In attesa del ritorno di Milik, che può alleviare il problema della prima punta, come può essere gestita la situazione? Occorreva chiarezza.

Sarri difficilmente adottarà varianti tattiche che stravolgerebbero un sistema di gioco collaudato, ma condannare Manolo è sbagliato ed ingeneroso.

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