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De Laurentiis: “Ancelotti per 10 anni. Insigne capisca che vuole diventare. Mertens e Callejon? Se vogliono la Cina…”

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Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, ha rilasciato un’intervista ai microfoni de La Gazzetta dello Sport toccando importanti argomenti.

 

 

“Insigne? Non riesco a comprenderlo, non capisco perché a Napoli non sia del tutto felice. È un grande giocatore, glielo riconosco, ma se ritiene che la sua avventura col Napoli sia finita qui, allora s’impegni per non restare un incompreso. Lui è uno che non ha mai avuto un buon feeling con gli allenatori e non ne ho mai capito i motivi.

Quali sono i problemi attuali? Non li conosco. Gli voglio bene, ma se ha delle difficoltà soltanto lui le può superare. Io lo proteggo, ma lui deve capire che l’organico è formato da 25 giocatori e che tutti sono utili. Sarebbe meglio se ci facesse capire cosa vorrà fare da grande. Se Ancelotti dovesse decidere di non utilizzarlo deve smetterla di uscirsene con battute e atteggiamenti di sfida.

Con Raiola c’era stato un primo incontro il primo maggio scorso, dopodiché il rendimento di Lorenzo si è involuto. Credo che Mino sia venuto per capire che cosa stia succedendo. La tribuna di Genk, in ogni modo, è stata una punizione di Ceferin, il presidente dell’UEFA. Dovrebbe spiegare i motivi per cui in distinta devono esserci soltanto 18 giocatori. Allungando la panchina si eviterebbe di mortificare gli altri convocati.

Mertens e Callejon? Entrambi sono legati a Napoli. Io li stimo, avremo modo di incontrarci e parlare. Il Napoli è un club da amare, è come una bellissima donna. A loro due ho presentato un’offerta otto mesi fa e di certo non posso andare oltre quanto loro proposto. Se poi vogliono andare a fare una vita di m… o le “marchette” in Cina, allora vadano pure. Ma ho fiducia, sono due ragazzi intelligenti.

Koulibaly? Ad agosto scorso ho rifiutato 105 milioni di sterline (dal Manchester United, ndr) e sono consapevole che prima o poi sarà costretto a cederlo.

Fabian Ruiz piace, tantissimo. D’altra parte, non avrei speso 30 milioni di euro per un ragazzo sconosciuto. Se mi offrono 180 milioni allora potremo anche discuterne.

Mercato di Gennaio? Credo che non faremo nulla. Ammiro Tonali e Castrovilli. Il primo è di proprietà di un mio amico e gli auguro di cederlo per 50 milioni. Il secondo, invece, mi piace tanto.

A cosa punta il Napoli? Lo scudetto è lì e lo vincerà chi sarà più bravo. Ma credo che più di quello che stiamo facendo non si può. Il nostro bilancio è positivo, grazie ad una gestione oculata, perché noi il rosso non possiamo concedercelo. Ci siamo tolti lo sfizio di avere un tecnico internazionale come Rafa Benitez e di ingaggiare l’allenatore più vincente al mondo. Io sono un industriale nel mondo del calcio, non uno nominale come al Real Madrid o al Barcellona, devo unire i risultati della produzione a quelli economici.

Si può vincere lo stesso con questa politica aziendale? Con Mazzarri arrivammo in Champions League e avevamo un monte ingaggi di 30 milioni di euro. È difficile poter competere, a livello economico, con Juventus e Inter o Milan che è sull’orlo del baratro.

Nonostante nove anni continui in Europa, c’è un entusiasmo relativo nell’ambiente? Non capisco, davvero. Prendete il Manchester City, l’anno scorso ha vinto la Premier League e, adesso, è già a 8 punti dal Liverpool eppure nulla cambia. Io a questo gioco al massacro non voglio starci.

Con Ancelotti ho un rapporto stupendo, lo terrei altri dieci anni. Con lui è impossibile litigare, è un uomo intelligente, costruttivo e educato. Lo sento tre volte al giorno, parliamo di tutto. Cosa volete che gli rimproverassi dopo il pareggio di Genk?.

Lotta alla mafia? E’ una questione di volontà, perché la malavita si può sconfiggere. Ma in Italia non si fa niente. L’ultimo provvedimento è stato quello dei tornelli, adottato dal ministro degli Interni, Pisanu, dopo la morte del povero Raciti. Il calcio è la panacea di un popolo sottomesso alla stupidità politica.

Sarri è un grande allenatore, ha tanti pregi e qualche difetto. L’esperienza inglese gli avrà fatto bene. Ora è in un club che ha una cultura vincente. Se vorrei di nuovo Higuain? Se Ancelotti me lo chiedesse, allora, perché no?.

Dell’Inter temo Conte, è l’uomo più pericoloso, sa tenere la squadra sull’allerta come pochi”.

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