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De Nicola: “I pochi infortuni del Napoli sono merito di un gene”

de nicola

Lo staff medico del Napoli, guidato dal dott. Alfonso De Nicola, celebrato in un articolo di Tuttosport.

 

Uno scudetto il Napoli lo ha già vinto, quello della prevenzione negli infortuni muscolari. Non ha rivali in Italia, è la squadra più in salute della Serie A e lo è stata anche in Europa secondo uno studio prodotto (prima dell’infortunio di Ghoulam) dalla Uefa Elite Injury Study, che valuta le 19 squadre partecipanti alla Champions League nel periodo compreso tra luglio e settembre 2017.

Il Napoli corre, accelera, dribbla, ma non si spezza e poco c’entra la foertuna se l’infermeria azzurra è sempre poco affollata. Toccare ferro non è necessaro con un’equipe di primo livello che nella stagione in corso non annovera neppure un infortunio di natura muscolare. Il Napoli è l’unica squadra italiana che si è potuta permettere in partite ufficiali di lasciare calciatori in panchina o in tribuna volutamente, non per problemi fisici, e i due soli infortuni in stagione relativi alla rottura del crociato di Milik e Ghoulam, hanno natura traumatica e per questo non vanno ad alterare la leadership del club azzurro.

Lo staff medico più invidiato d’Italia guidato dal dottor Alfonso De Nicola, composto dai medici Enrico D’Andrea e Raffaele Canonico, supportato dai validissimi fisioterapisti Massimo Buono, Giovanni D’Avino, Fabio Sannino, Marco Romano e Marco Di Lullo, fa della prevenzione il suo punto di forza. Non occupa le giornate curando gli atleti, ma provando a prevenire gli infortuni.

“Se il Napoli ha pochi infortuni è merito di un gene. Il nostro obiettivo è quello di esplorare il muscolo, prevenire il più possibile le lesioni e, possibilmente, curare la zona interessata», le parole del dottor Alfonso De Nicola, capo-staff medico del Napoli: “Bisogna adottare un ottimo sistema di prevenzione e abbiamo collaborato anche con strutture esterne per quanto riguarda il Dna. Secondo i nostri studi, i giocatori azzurri hanno sviluppato un gene che fa assorbire meglio l’acido lattico, quindi il loro recupero è più veloce rispetto ai giocatori delle altre squadre”.

Per leggere l’intero articolo vi rimandiamo all’edizione cartacea di ieri di Tuttosport.

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