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De Zerbi: “Ho detto a Carnevali che non vorrei giocare contro il Milan”

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Clamorosa dichiarazione in conferenza stampa di Roberto De Zerbi allenatore del Sassuolo avversario del Milan domani in campionato.

“Sono molto arrabbiato perché domenica è stato fatto un colpo di stato. Si poteva fare alla luce del sole, invece comunicati congiunti a mezzanotte, il sito nuovo, come se qualcuno dovesse porre le bandiere in un posto che aveva sottratto a qualcun altro. 

Il calcio è di tutti ed è meritocratico, il diritto che il più debole possa farsi strada, come se non potesse sognare un futuro più bello di quello che dice la sua provenienza, come se un figlio di un operaio non possa sognare di fare il chirurgo, l’avvocato, il dottore. E’ una cosa che mi urta i nervi.

E’ come se mi avessero detto, ai tempi dell’oratorio, il pallone è mio, l’ho portato io e gioco io.

Fare una SuperLega dove loro decidono chi deve entrare e decidono chi sta fuori, va a togliere l’essenza del calcio. Forse io e la mia società siamo coglioni perché ancora sogniamo.

Se questo è il calcio moderno è una roba che non rispetta l’uomo prima del calciatore e del tifoso. 

Non è che perché hanno fatto disastri, perché queste società sono gestite da potenti, prepotenti, debbano poi farla pagare alla piccola società che fa le cose fatte per bene, ai giocatori che sul campo sudano e sognano di poter andare a giocarsi la Champions in stadi importanti contro squadre prestigiose. E’ tutto sbagliato.

Credo sia arrivato il momento anche di esporsi. Io domani non avrei piacere a giocare la partita perché il Milan fa parte di queste tre squadre e l’ho detto ai giocatori e a Carnevali. Se Carnevali mi obbligherà ad andare chiaramente ci vado.

Il calcio va oltre al lavoro e allo stipendio, ma proprio nella sfera dei valori, dei sentimenti, delle rivalità calcistiche italiane sulle quali si sono giocate tante partite, si sono scritte tante pagine.

Così non mi piace e quindi cerco di combatterlo secondo i valori che i miei mi hanno trasferito e non abbassando la testa o facendo finta di niente, anche se potrebbe andare contro, in futuro, qualche mio interesse. Però è giusto che noi del calcio, così come hanno fatto Klopp, Bruno Fernandes, i tifosi del Liverpool, del City, ci si esponga. Questa è una pagina triste, grave, pesante, che può andare a rovinare il mondo che io amo e che ho amato e per il quale mi sono speso in tutto e per tutto”. 

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